Sanità sarda in crisi, l’accusa della Corte dei Conti alle Asl: “Non spesi i soldi per ridurre le liste d’attesa”

Gli 8 milioni stanziati nel 2022 per ridurre le liste d’attesa negli ospedali sardi “sono rimasti quasi interamente inutilizzati”. Lo sottolinea la Corte dei conti che questa mattina espresso regolare giudizio di parifica sul rendiconto della Regione per il 2023, ultimo anno di legislatura targata centrodestra a guida Solinas. Uno dei focus dell’analisi dei giudici è stato quello della sanità, con le sue spese mancate e i servizi carenti legati proprio all’incapacità di utilizzare risorse spesso a disposizione delle Asl.

“Il quadro della Sanità che emerge all’esito delle verifiche dimostra che da un lato non si forniscono prestazioni adeguate alla cittadinanza, per tempi e modi – ha detto la procuratrice regionale Maria Elisabetta Locci nella sua requisitoria – e dall’altro si mantiene inutilizzata la più ampia parte delle risorse a ciò destinate”.

La magistrata Cristina Ragucci evidenzia il “persistere di molteplici criticità relative alle lunghe liste d’attesa, alla mancanza di medici, compresi i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, di ospedali e di posti letto, ai concorsi deserti, alle specializzazioni senza iscritti e alla gestione dei pronto soccorso”. Dito puntato anche sul sovraffollamento nei Pronto soccorso per la sproporzione tra la domanda sanitaria (numero di pazienti in attesa e in carico) e le risorse disponibili logistiche, strumentali e professionali.

Il giudizio è duro: la Corte dei Conti “ritiene di dover sottolineare che la mancata erogazione delle prestazioni sanitarie nel rispetto di un’adeguata tempistica è il paradigma delle difficoltà del sistema sanitario regionale” e moltiplica “la forza di attrazione della sanità privata, rischiando di comprimere il diritto costituzionalmente tutelato alla salute”.

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