A farla da padrone sono le questioni ambientali: Ddl aree idonee e proposta di legge Pratobello 2024. Il resto, tutt’altro che irrilevante, passa in secondo piano. Come la sanità che fa registrare, nonostante l’iniezione di risorse pari a 13 milioni per abbattere le liste d’attesa, disagi, problemi e viaggi della speranza fuori Sardegna.
L’argomento che più interessa, soprattutto a chi deve fare i conti con prenotazioni anche a 300 giorni è quello della prevenzione e delle cure quasi negate. Non è certo un caso che, una visita con pagamento del ticket venga prenotata ad almeno quaranta giorni e quella a prezzo pieno anche il giorno successivo a quello della prenotazione. Un’emergenza vera e propria denunciata da tempo dalle associazioni che si occupano della tutela dei diritti degli abitanti ma anche dai sindaci dei diversi comuni della Sardegna, oltre che dalle organizzazioni sindacali.
Il piano varato dalla Giunta regionale, però, è ancora fermo. La macchina burocratica è, infatti, ancora spenta. E neppure il primo passo, quello propedeutico al commissariamento delle 12 realtà aziendali (Asl e aziende) con l’azzeramento dei vertici in carica e la nomina dei traghettatori (commissari che a ruota nominano direttori amministrativi e sanitari) in vista dei futuri equilibri, è stato compiuto.
Il passaggio in Consiglio regionale, infatti, tarda ad arrivare. Motivo? Difficile da capire o codificare, anche se i più esperti non fanno fatica a dare una spiegazione. Ufficialmente, sarebbe tutta colpa della distrazione che l’assemblea regionale subisce dalla discussione in atto sulle tematiche legate alle rinnovabili. E quindi il Ddl sulle aree idonee che deve essere approvato entro ottobre o, al massimo, i primi giorni di novembre. Norma che si scontra, anche sul piano politico con la Pratobello 2024 che si giova del sostegno della minoranza che spinge per una procedura d’urgenza.
Richiesta respinta però al mittente dalla maggioranza e dallo stesso presidente del Consiglio regionale che ha ribadito: “la Pratobello seguirà l’iter normale”. C’è però anche un’altra versione sui ritardi che riguardano la riforma sanitaria. Si tratta di una versione che non trova conferme ufficiali, e parla di probabili frizioni tra la Giunta regionale e la presidenza del Consiglio su una diversa visione relativa alla procedura e quindi al percorso da seguire. Certo è che, nel frattempo, i ritardi continuano a sommarsi e coloro che hanno bisogno di cure, continuano a fare i conti con i problemi cronici di un sistema che funziona a singhiozzo. Come a dire: per le cure c’è sempre tempo. Forse.