Si anima il dibattito sullo “Sblocca cantieri”, il piano per l’edilizia sanitaria approvato dalla giunta di Francesco Pigliaru il 7 agosto (sono quasi 300 milioni di nuovi ivnestimenti). A prendere posizione contro gli attacchi lanciati dall’opposizione, è il consigliere regionale Rossella Pinna (Pd), ex sindaco di Guspini. “Esprimo viva soddisfazione – si legge in una nota – per la decisione assunta dall’Esecutivo di finanziare il Piano. Tra gli interventi previsti, attraverso uno stanziamento di 68,5 milioni, c’è la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino, considerato un tassello strategico della sanità isolana e inserito a pieno titolo nella nuova programmazione regionale. Si tratta di una risposta concreta verso un territorio che da anni chiede unitariamente la realizzazione di una struttura ospedaliera moderna e adeguata agli standards di sicurezza e di efficienza”.
Quindi ecco l’affondo contro Franco Meloni, l’ex consigliere regionale dei Riformatori che nel partito è uno degli esperti della Sanità. “Non mi sorprendono – continua la Pinna – le dichiarazioni dell’Onorevole che si schiera apertamente contro la realizzazione della nuova struttura. Ancora una volta – si legge nella nota – da parte di alcune lobby emergono logiche cagliaricentriche e visioni politiche miopi che offendono la sensibilità di tante comunità e di tanti cittadini. Solo chi finge di non conoscere la variegata articolazione del Medio Campidano può affermare che i nostri Comuni distano appena 20 minuti da Cagliari. Tralasciando le evidenti carenze di informazioni, mi chiedo se sia umanamente concepibile pensare di sottoporre a estenuanti migrazioni verso Cagliari, i pazienti con patologie gravi, in trattamento chemioterapico, in emodialisi o i tanti anziani che si rivolgono all’ospedale di San Gavino per gli interventi protesici. Inutile dire che è assolutamente fuori luogo parlare di spreco di denaro davanti alla possibilità di salvare tante vite umane. Lo sanno bene le oltre 100 persone colpite da infarto ogni anno, le quali si rivolgono all’ospedale Nostra Signora di Bonaria e per i quali anche un minuto è determinante. Non possiamo trascurare nemmeno le oltre 17.000 persone che ogni anno si rivolgono al pronto Soccorso. Il Medio Campidano, con i suoi zero posti letto per post acuti e 178 posti letto per acuti, risulta nettamente al di sotto degli standard nazionali che prevedono invece ben 370 posti letto. Potenziare i servizi sanitari e recuperare il deficit di servizi per la salute nel Medio Campidano è un obiettivo qualificante per la sanità regionale”.