Di Asl unica non ne parla ma il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, conferma che la riforma “coraggiosa e radicale” del sistema sanitario isolano passa da una “forte concentrazione dei servizi essenziali per arrivare ad avere standard unici e uniformi”. Una legge di riforma delle Asl che potrebbe arrivare entro il 2015, prima della scadenza dei commissari delle aziende ospedaliere. Nei prossimi giorni, invece, sarà presentato il piano di rientro. “Ci saranno momenti difficili soprattutto per noi che abbiamo l’onere di fare la proposta – ha spiegato il governatore dal palco della conferenza regionale incentrata sulla riforma – Sacrifici che dovremmo fare per spendere meglio i nostri soldi e offrire servizi migliori, perchè gli attuali sono al di sotto di quello che hanno altri cittadini italiani”. “Sappiamo in che direzione andare – ha chiarito Pigliaru – serve un sistema molto più efficace per stabilire standard uniformi. Oggi ci sono troppe Asl frazionate e ognuna fa di testa propria: nel sistema di reti non ci vogliono altri frazionamenti”. Il presidente ha escluso l’esistenza di ragionamenti ragionieristici dietro questi obiettivi e ha ribadito che il punto focale è garantire servizi migliori. “Dal 2008 al 2015 il costo di produzione è salito del 15,4% – ha sottolineato – il fondo sanitario è aumentato dell’8,2%, il Pil diminuito del 7% e l’incidenza della spesa sanitaria sul Pil stesso è pari al 10%. In questo momento gli sprechi tolgono risorse ad altri servizi e i tagli riguardano gli sprechi, perchè la qualità del servizio deve migliorare”. Tra gli indicatori che potranno registrare performance migliori, quello del numero dei posti letto delle strutture complesse: oggi in Sardegna se ne contano 13, mentre in Italia si arriva a 17,5: “siamo sulla strada giusta perchè questa proposta ci porta a 15 posti letto”, ha argomentato Pigliaru.
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