La sanità, il grande buco nero del governo regionale, continua a diventare terreno di scontro politico. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha risposto sia all’assessore Mario Nieddu che al presidente Christian Solinas. Entrambi, durante la visita di Enrico Letta a Cagliari per le Politiche del 25 settembre, hanno parlato di “macerie lasciate dal Pd” per spiegare la situazione attuale dell’assistenza medica e ospedaliera.
Agus è intervenuto anche perché da inizio settembre sta chiedendo la convocazione della commissione Sanità in Consiglio regionale, vista la “situazione sempre più allarmante nei Pronto soccorso della Sardegna”. Bisogna “scongiurare ulteriori situazioni drammatiche per i pazienti e trovare soluzioni rapide ed efficaci per garantire il ripristino delle condizioni ordinarie”, ha scritto l’onorevole in una nota inviata al presidente Antonio Mundula.
Denunce e proteste sono all’ordine del giorno. Ma a Letta che faceva notare l’emergenza della sanità sarda, Nieddu l’altro giorno ha detto: “Il segretario del Pd ha probabilmente dimenticato che è stato proprio il suo partito e la sinistra al governo della Regione, nella precedente legislatura, a lasciare in macerie la sanità dell’Isola. Abbiamo preso in mano una situazione in cui abbiamo registrato tagli per quasi venti milioni di euro sul personale nonché il blocco del turnover e gravi ritardi sull’assistenza primaria, ciò che ha tolto ossigeno ai nostri ospedali e impoverito l’assistenza territoriale. A farne le spese soprattutto i presidi periferici, che oggi portano ancora i segni di quelle scelte miopi rinnegate dagli stessi artefici”.
La dose l’ha rincarata Solinas che, quando Letta ha parlato di “pronostici da rovesciare”, è ricorso allo sfottò: “Lo sfratto lo avrà lui“, ha detto il capo della Giunta sarda.
Sulle dichiarazioni di Solinas, Agus ha commentato così, con un post su Facebook: “Ho letto le ultime dichiarazioni sulla sanità del Presidente della Regione, che non vedo in Consiglio da più di sei mesi, e mi chiedo: quest’uomo sta bene? Cioè: crede davvero, almeno lui, alla caterva di menzogne che fa scrivere agli ultimi giapponesi rimasti nella sua corte e che invia alla stampa o si tratta solo di cinica propaganda?”
Agus arriva poi alla questione più strettamente politica e, sempre con riferimento a Solinas, scrive ancora: “Si è accorto che la sua maggioranza non esiste più? Che non approva una legge da mesi? Che non risolve un problema e lascia che marciscano anche le questioni urgenti? Che non si è mai visto un tasso di inattività come quello registrato dalla sua amministrazione e certificato dai numeri?”.
Per Agus “il problema è serio. La sanità sarda è in ginocchio per mille motivi. Alcuni sono comuni a tutte le altre Regioni. Ma solo qui si è assistito alla follia di una riforma varata in piena pandemia che ha aggiunto problemi ai problemi. E che in alcuni casi sta rendendo ingovernabile una macchina enorme e complessa come lo è quella della sanità. Presidente, è colpa di Speranza o della Giunta regionale inadeguata il fatto che non siano stati ancora approvati gli atti aziendali e che quindi siamo difficili assunzioni di personale e riorganizzazioni di strutture? Di chi è la colpa dei ritardi nelle nomine dirigenziali? Di chi è la colpa se le nuove assunzioni e stabilizzazioni vanno a rilento perché nella vostra riforma ancora non si è capito cosa debbano fare le aziende sanitarie locali e cosa debba fare la Asl? Di chi è la colpa se i pronto soccorso sono in crisi e se il personale si licenzia per andare a lavorare in altre regioni? Di chi è la colpa se le liste d’attesa aumentano invece che diminuire e se non si riescono a spendere le risorse stanziate dal ministero per questo motivo?”.
Il capogruppo dei Progressisti dice infine: “Il presidente, piuttosto che vaneggiare di nuovi ospedali, dovrebbe trovare soluzioni per i pazienti in età pediatrica costretti per colpa sua ai viaggi della speranza. A attese immorali. A disservizi inaccettabili. Se invece l’intenzione è quella di rendere le elezioni per il rinnovo del parlamento un referendum sulla sua figura non posso che esserne contento. Credo che però lo siano molto meno i candidati che sostiene”.