di Vito Fiori
Alla fine la maschera è stata tolta. La legge di riordino della sanità (approvata ieri in commissione), i poteri di Ares più o meno ampliati, la medicina territoriale e gli ospedali erano semplicemente argomenti buoni per indorare la pillola del vero obiettivo della Giunta regionale: mandare a casa i direttori generali di tutte le Asl e le Aou e sostituirli con altrettanti commissari. Non è una novità assoluta, d’altronde lo spoil system è una prassi consolidata ovunque e la Sardegna non poteva certo fare eccezione. Anche ai tempi di Christian Solinas era andata così. Ma con una differenza: la giustificazione era basata su una riforma del sistema sanitario (il ritorno alle 8 Asl abolite dalla giunta di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru) mentre stavolta la parola riforma è stata bandita dagli annunci. Intanto perché si sarebbe perso altro tempo e poi perché un segnale di discontinuità occorreva comunque mandarlo.
La presidente della commissione sanità Carla Fundoni (Pd) non ha mai nascosto che le pessime performance del servizio sanitario regionale, impietosamente messe in luce da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che colloca l’isola all’ultimo posto in Italia), parlassero da sole. “Che facciamo? Li teniamo ancora? In tre non hanno manco presentato i bilanci”, aveva detto qualche settimana fa. E ad accelerare l’iter della legge voluta fortemente dalla stessa presidente Alessandra Todde ci si è messo anche Marcello Tidore, direttore della Asl 8, il quale, nel corso della sua audizione in commissione, ha contestato punto per punto i 15 articoli della legge cercando di difendere la sua posizione e attaccando i vertici dell’assessorato.
Insomma, tanto rumore per nulla. Senza dimenticare che la legge che approderà in aula fra non molto sarà completamente, o quasi, stravolta nella sua impalcatura, come annunciato dall’assessore Armando Bartolazzi e confermato da diversi consiglieri della maggioranza. Il maxiemendamento correggerà di fatto la legge 40 che, viste le premesse, sarà approvata dal consiglio in tempi brevissimi. La minoranza è super critica e difficilmente vedrà passare le sue osservazioni. Difficile immaginare cosa succederà dopo l’ennesimo intervento sulla sanità (“Per vedere gli effetti servono un paio di anni”, aveva osservato Carla Fundoni) ma le premesse non sembrano le migliori. Non resta che attendere.