Sanità, i comitati incontrano Nieddu: “Trovare un rimedio dopo anni di tagli”

Un primo incontro per cercare una collaborazione in vista della nuova riforma sanitaria che la Regione vuole mettere in campo. I rappresentanti della Rete sarda difesa della sanità pubblica ieri hanno avuto il primo faccia a faccia con l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, durante il quale sono state portate le testimonianze di una situazione di degrado complessivo degli ospedali. All’incontro hanno partecipato tutti i comitati presenti nell’Isola e per tutti il coro è stato unanime nella descrizione degli ospedali pubblici sardi, ” sempre più declassati, svuotati di servizi, di personale sanitario ed avviati alla chiusura”. L’assessore ha ricevuto un dossier su tutte le carenze prodotte dai tagli esercitati in questi anni e le proposte per risolvere la situazione di criticità.

La Rete è nata nel 2015 per raccogliere le diverse esperienze in ambito sanitario e soprattutto coordinare i numerosi comitati che sono sorti per protestare contro i tagli alla sanità in tutti i territori. Sono numerose, infatti, le manifestazioni e le assemblee che hanno permesso di approfondire la conoscenza sulla situazione della sanità in Sardegna. La portavoce, Claudia Zuncheddu, ha ribadito all’assessore che “gli ammalati sono in stato di totale abbandono e le attività ospedaliere sono ovunque paralizzate. I sardi che hanno rinunciato alle cure sono oltre il 14,6 per cento. I servizi territoriali, di cui citiamo come simbolo quelli della neuropsichiatria infantile, sono stati ovunque soppressi. I nostri bambini con disagio mentale, privi di assistenza, saranno i pazienti psichiatrici di domani con maggiore sofferenza e più alti costi sociali”.

La prima richiesta è che il piano di riordino della rete ospedaliera, approvato dal Consiglio regionale durante la scorsa legislatura, “venga rimesso in discussione perché ha condannato i nostri ospedali pubblici alla chiusura e al caos”. Un problema che la Regione può governare anche in virtù del fatto che la spesa sanitaria è totalmente sulle spalle del bilancio regionale, impegnato per quasi il 50 per cento. La portavoce della rete ha apprezzato “l’apertura inusuale alla collaborazione” da parte dell’assessore al quale “chiediamo azioni concrete per il ripristino dei servizi ospedalieri e territoriali”.

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