Mandare in archivio l’Ats, l’Azienda sanitaria unica regionale, per ripristinare le otto Asl non è sufficiente. Almeno secondo i sindaci del Consiglio delle autonomie locali (Cal) che si sono riuniti per discutere la proposta di riforma della Giunta. Una bocciatura da parte dei sindaci non hanno accolto con grande favore questo cambiamento e chiedono al governo regionale un maggiore confronto per evitare che questa riforma venga contrastata. Il presidente del Cal, Andrea Soddu, sindaco di Nuoro, non ha dubbi sul fatto che la scelta di tornare alle 8 Asl sia una “questione marginale” anche perché “i problemi della sanità in Sardegna sono ben altri e li tocchiamo con mano nel nostro quotidiano”.
Le incognite sono tante, dunque, e le criticità si moltiplicano: “Negli ospedali della Sardegna mancano i medici, non ci sono concorsi o si tirano troppo per le lunghe – spiega Soddu – queste carenze si traducono il lunghe liste d’attesa, disservizi e malattie, il ripristino delle otto aziende non risponde a questo problema. Non entriamo nel merito del numero, quello che ci interessa dire è che i Comuni da anni sono esautorati dai poteri decisionali sulla sanità, le varie riforme ci hanno escluso e questa non fa eccezione”.
Mancano dettagli sugli aspetti organizzativi e i sindaci pongono questioni su come è progettata la distribuzione dei servizi nei Comuni che “finora non sono stati nemmeno ascoltati”, lamenta il sindaco di Thiesi, Gianfranco Soletta che invita la Regione a “discutere di organizzazione territoriale e competenze”. Duro anche il primo cittadino di La Maddalena, Luca Montella, che ha definito la riforma “priva di coraggio e poco incisiva“. Il ribaltone sulle Asl sembrerebbe più un modo per “prendere le distanze dalla precedente amministrazione regionale ma che lascia irrisolte le questioni legate alle sedi periferiche, specie quelle insulari come l’ospedale maddalenino”.
Merito e metodo: sembrano questi i maggiori capi di imputazione per Giunta e maggioranza perché se da un lato non piace l’idea di come verrà strutturata la riforma sanitaria, dall’altro si contesta la corsa in solitaria per l’approvazione entro Ferragosto. Accuse precise arrivano dalla Gallura che, attraverso la conferenza socio sanitaria aveva chiesto un incontro al presidente Solinas, alla Giunta e alla commissione Sanità del Consiglio regionale senza però avere risposta: “Si tratta di uno sgarbo istituzionale – attacca il vicepresidente del Cal, Antonio Satta – che traccia una linea di allontanamento della Regione dai territori e dai cittadini, in una nuvola di autoreferenzialità perniciosa che si traduce in provvedimenti evanescenti, tranne che per la gestione di potere. Non ci opponiamo alle 8 Asl a patto che queste abbiano autonomi di gestione e non siano sistematicamente bloccate dalle decisione del direttore generale dell’Ats”.
Il sindaco di Modolo, Omar Hassan, ha voluto sottolineare che “l’esperienza del coronavirus ci ha insegnato che le realtà che hanno una sanità ben organizzata hanno risposto meglio all’emergenza, la Regione deve tenere conto che i territori devono essere protagonisti, non si possono scindere i bisogni della persona dal territorio di riferimento, bisogna riorganizzare la rete di assistenza territoriale affinché la salute sia davvero un diritto per tutti”.
M. S.