di Vito Fiori
Audizioni in commissione sanità? Una farsa. Che, in parte, spiega l’ostilità di sindacati, nessuno escluso, di medici e operatori sul disegno di legge 40 pronto da settembre ma da rottamare in toto per l’arrivo del maxiemendamento della giunta regionale. “Io non la definito farsa, diciamo che si tratta di una mera questione procedurale”, è il commento di Umberto Ticca, consigliere dei Riformatori.
Che aggiunge: “La sanità sarda è al collasso: i tempi per una visita cardiologica o una colonscopia stabiliscono ogni mese nuovi record negativi, sempre più cittadini restano senza un medico di base, e chi ha bisogno di cure è costretto a interminabili attese o ai cosiddetti “viaggi della speranza”. In questa situazione, non possiamo accettare l’ennesima riforma fine a sé stessa, pensata solo per cambiare i direttori generali. Il disegno di legge 40, come annunciato dallo stesso Bartolazzi in commissione, verrà stravolto da un emendamento della giunta che però ancora nessuno conosce. Significa che l’attuale discussione non ha né capo né coda. Senza dimenticare che le audizioni hanno confermato un punto essenziale: chi opera nella sanità non chiede una nuova riforma, che andrebbe solo a stressare ulteriormente un sistema che è già alla frutta, ma interventi mirati e concreti per risolvere i drammi quotidiani delle persone”.
La verità, innegabile, è che da dieci giorni la presidente della commissione Carla Fundoni (Pd) ha avviato le audizioni, che proseguiranno sino alla prossima settimana, per nulla. A stroncare il lavoro di confronto, di proposte e controproposte, ci ha pensato quindi l’assessore della Sanità Armando Bartolazzi il quale, nel corso del primo incontro, aveva svelato l’esistenza del maxiemendamento dell’esecutivo che avrebbe di fatto cambiato radicalmente la legge. Nell’occasione, i componenti della commissione erano stati edotti sugli obiettivi principali della maggioranza, a cominciare dalla creazione di un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) e di una rivisitazione di Ares. Allo sbigottimento dei presenti, sono seguite alcune critiche sull’operato della giunta ma nulla che potesse porre fine allo stillicidio degli inutili incontri-confronti. Che, infatti, sono proseguiti. “Sull’Ircss a Cagliari ci abbiamo provato – sottolinea Ticca – ma per avere quel tipo di struttura, con i numeri previsti dalla legge, occorreva unire il Policlinico al Brotzu, una cosa impossibile. Personalmente apprezzo il lavoro della presidente della commissione, sta riuscendo nel difficilissimo compito di tenere in piedi una situazione quantomeno anomala”.
Concluse le audizioni, il testo sarà emendato in giunta e non tornerà in commissione ma finirà in aula per la discussione e gli aggiustamenti necessari. “Credo che l’emendamento della giunta passerà senza che noi si possa intervenire in qualche modo e sarà un iter molto veloce”, chiude Ticca. Comunque sia, il voto definitivo alla riorganizzazione della sanità sarda, guai a parlare di riforma, è previsto per fine febbraio. Sarà anche il momento in cui saranno svelati i nomi dei commissari che sostituiranno i direttori generali delle Asl e delle Aou. Argomento, quest’ultimo, che sembra essere l’obiettivo principale del riordino. La danza dei nomi non è ancora iniziata ma si presume che saranno tenuti segreti ancora per un po’, così com’è accaduto per il maxiemendamento. Alla fine, qualcuno che parla c’è sempre.