I sindaci di Nuoro, Macomer, Siniscola e Sorgono hanno deciso scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per “diffidare la Giunta regionale affinché adotti le linee guida per l’emanazione degli atti aziendali da parte delle singole Asl”. Di fatto, a quasi dieci mesi dalla riforma voluta fortemente dal presidente Christian Solinas e sostenuta dall’assessore Mario Nieddu, le otto aziende locali non hanno pieni poteri perché la procedura burocratico-amministrativo non è completa.
Il pessimo funzionamento dell’assistenza medica e ospedaliera nell’Isola ha certamente il suo fondamento nell‘incapacità del centrodestra di governare il settore. Tanto che i quattro sindaci chiedono di ricevere “i fabbisogni di ogni singola Asl della Sardegna, le modalità ed i criteri di distribuzione del personale sanitario, il grado di copertura comparato nei vari territori ed ospedali della Sardegna”. Perché solo con un quadro complessivo sulla programmazione della sanità, si può capire il perché delle falle pesanti, vuoti di copertura che, stando alle proteste, hanno un epicentro proprio nel Nuorese.
“Stanchi della situazione allarmante della sanità del centro Sardegna”, si legge in una nota, i primi cittadini sollecitano “tutte le attività politiche necessarie a portare la vertenza all’attenzione del Presidente della Repubblica chiedendogli un incontro sull’argomento“. Le quattro fasce tricolori, riuniti nella conferenza socio-sanitaria territoriale, convocano un incontro con il direttore generale della Asl di Nuoro, Paolo Cannas, per una audizione alla prossima seduta della Conferenza”.
Oggi i quattro sindaci parteciperanno alla manifestazione delle Rsu di medici e infermieri, una protesta che partirà dall’ospedale San Francesco a Nuoro per poi unirsi, alla stazione ferroviaria di via Lamarmora, al sit-in indetto da Comitato Trenitalia Nuorese per rivendicare il diritto alla linea ferroviaria a scartamento ordinario (il capoluogo della Barbagia è l’unico in Italia a non avere un collegamento col treno). “Agli operatori sanitari costretti a lavorare in condizioni difficili per la carenza di personale – hanno scritto i quattro primi cittadini – esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Il loro lavoro encomiabile mantiene sempre viva la fiamma della speranza di una rinascita del sistema sanitario del centro Sardegna”.