Con l’ascolto dei rappresentanti dell’Ordine dei geologi della Sardegna, si è chiuso oggi il ciclo di audizioni della commissione Ambiente del Consiglio regionale impegnata nel “dossier” salva-casa. Il parlamentino ha sentito questo pomeriggio la delegazione dell’Ordine guidata dal presidente Davide Boneddu, “esclusa” dalle precedenti audizioni per un errore durante l’invio degli inviti. Chiusa la pratica audizioni, la partita sul disegno di legge della Giunta che recepisce la normativa nazionale proseguirà in ambito strettamente politico con le interlocuzioni tra maggioranza e opposizione per fare sintesi sul testo in vista del dibattito in aula. Sui tempi, è probabile che martedì prossimo la norma riceva il primo via libera in commissione.
“Siamo in una fase propositiva molto importante – spiega il pentastellato Roberto Li Gioi, presidente del parlamentino, prima della riunione – con la minoranza stiamo cercando un punto d’incontro per portare il testo in aula il più presto possibile”. Nello specifico, “anche le opposizioni sono d’accordo che non venga recepita in legge la riduzione da 28 a 20 metri quadri per l’abitabilità delle unità immobiliari – osserva Li Gioi -. C’è però ancora qualcosa da limare per quanto riguarda le altezze, perché ci sono delle sentenze giurisprudenziali che vanno in contrasto tra loro. Da questo punto di vista anche in assessorato si sta approfondendo il tema”.
Per la minoranza critico Franco Mula di Fdi, vice presidente della commissione: “Io sono un po’ stupito della convocazione di oggi, perché da accordi con la maggioranza avremmo dovuto sentire l’assessore agli Enti locali, Francesco Spanedda, per l’illustrazione delle modifiche apportate al testo. Incontro a quanto pare saltato”. Ribadisce Mula: “Noi siamo collaborativi, ma vorremmo capire quali siano le reali intenzioni della maggioranza sul salva casa”. Nel merito del provvedimento, “è chiaro ad esempio che sull’agibilità con altezza minima interna di 2,4 metri prevista dal salva casa non siamo disposti a fare passi indietro (nel testo dell’esecutivo i metri sono 2,7, ndr) – specifica Mula -. A livello nazionale è un passaggio accolto e apprezzato da tutti, non riesco a capire perché in Sardegna dovremmo trovare delle difficoltà”. Per Mula “non si tratta assolutamente di speculazione edilizia, ma di valorizzare il patrimonio esistente senza consumo del territorio”. Infine Boneddu: “Nell’analisi del testo abbiamo rilevato la necessità di inserire documenti e richiami legati prevalentemente al piano assetto idrogeologico della Sardegna – spiega – e agli interventi che eventualmente ricadono in aree da pericolosità da frana e idraulica. Inoltre abbiamo trovato alcuni passaggi discordanti rispetto alle disposizioni nazionali, mi riferisco ad esempio alla normativa su terre e rocce da scavo. Aspetti non assolutamente secondari su un dispositivo di legge come questo”.