Sa Die, da palazzo Regio il via alle celebrazioni. Firino: “Unità sempre necessaria”

È iniziata questa mattina con il suono delle launeddas ed il canto dell’Innu de su patriotu sardu contra sos feudatarios l’edizione 2016 di Sa Die de Sa Sardigna (e stavolta la musica è stata giusta, non come nello spot andato in onda in una tv locale).

Il via alla giornata di celebrazioni è stato dato nel palazzo Regio, proprio a pochi metri dalle strade e dalle piazze della storica rivolta antipiemontese del 1794 che portò al temporaneo allontanamento delle guarnigioni sabaude. A dare i saluti sono stati, fra gli altri, la presidente del Comitato Pro Sa Die de sa Sardigna, Nereide Rudas, e l’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino.

“Quello che è successo il 28 aprile 1794 – ha detto la rappresentante della giunta Pigliaru – è stato un momento importante per la storia dell’Isola. Ma ci regala messaggi che valgono ancora oggi: se in quel giorno fossimo stati più uniti forse l’esito di quella cacciata sarebbe stato più duraturo“.

Sulle polemiche per la giornata dedicata dalla Regione anche ai migranti (leggi qui), l’assessore ha detto: “Tanti sardi hanno abbandonato l’Isola – ha sottolineato Firino – non per scelta: esperienze dolorose. Siamo in Sardegna un milione e mezzo. Ma, con quelli che stanno fuori, siamo un milione in più. E abbiamo dato grandi prove di accoglienza a chi sta arrivando da altri Paesi. Questa è la giornata del popolo sardo. Ma direi anche di tutti i popoli sardi”.

Un invito molto chiaro anche dalla presidenza del Comitato. “Dobbiamo evitare di dividerci – ha affermato Rudas – Sa Die è di tutta la Sardegna. In un momento difficile come questo Sa Die ci interroga inesorabilmente. E ci chiede quale idea di Sardegna abbiamo e dobbiamo avere per i nostri figli. Risposte ardue. Ma tre punti devono essere tenuti presenti: autoconsapevolezza, elevamento culturale, sociale, politica e morale e volontà riformatrice”.

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