Ryanair in fuga, Deiana: “Con Ue dialogo in corso, ma no a improvvisazioni”

“Sull’intervento pubblico a favore del comparto aereo la Regione è ovviamente tenuta al rispetto della normativa nazionale e Comunitaria e ad applicare i principi fondamentali che regolano ogni provvedimento in materia”. Lo dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana che, all’indomani dell’intervento del segretario regionale del Pd ed europarlamentare Renato Soru. L’ex Governatore sostiene che l‘Europa non vieta gli aiuti economici alle low cost e agli aeroporti, ha attaccato la Giunta Cappellacci per la procedura d’infrazione  in corso e incalzato la Giunta Pigliaru a prendere in mano la situazione e intervenire. Nella sua lunga nota l’assessore Deiana spiega il complesso scenario nel quale si inquadra la disciplina. “I servizi di trasporto aereo sono soggetti, al pari di altre attività economiche, alla libera concorrenza, alla non discriminazione, alla pari opportunità di accesso e al divieto di aiuto da parte delle pubbliche istituzioni. Questo non significa che le leggi europee vietino qualunque intervento dei governi dell’Unione nell’ambito, bensì che tali interventi siano da considerare ordinariamente vietati e solo eccezionalmente ammessi. Le misure in deroga ai principi fondanti della concorrenza sono consentite esclusivamente all’interno di precisi e vincolanti percorsi”. Deiana sottolinea anche come “si tratti di temi complessi e delicati, che devono essere affrontati alla luce di una profonda conoscenza e di una seria consapevolezza e sottratti alle esigenze di una politica, troppo spesso urlata e troppo poco ragionata”.

Il quadro normativo. Dal 2005 al 2009 la Regione ha varato un complesso di misure che sono state oggetto di approfondito esame e di procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Tali interventi sono stati ritenuti sostanzialmente compatibili con una decisone pubblicata nell’autunno del 2014, fondata sugli orientamenti espressi dalla Commissione nel 2005. A seguito della constatazione che si erano generalizzate a livello continentale prassi opache volte ad aggirare surrettiziamente i vincoli comunitari, e che la Commissione aveva dovuto aprire oltre 30 procedure di infrazione, nell’aprile di due anni fa sono stati pubblicati nuovi Orientamenti, che prevedono percorsi più stringenti e requisiti più severi di ammissione degli interventi. Il governo italiano, inoltre, nell’ottobre del 2014 ha elaborato ulteriori linee guida in materia che, inequivocabilmente, ammoniscono: “Le modalità con cui i gestori aeroportuali e i vettori hanno negoziato, nel tempo, le incentivazioni per l’avviamento e lo sviluppo di rotte aeree, hanno generato notevoli problematiche in relazione sia ai profili di leale concorrenza sia di equilibrio del mercato del trasporto aereo”.

Tavolo con le Regioni. A riprova di ciò il Dipartimento per le politiche europee di Palazzo Chigi ha pure istituito un tavolo di lavoro congiunto con le Regioni, al quale ha partecipato anche al Sardegna, finalizzato ad armonizzare gli interventi nel settore e le complesse procedure di notifica, nonché a predisporre un regime quadro nazionale sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree. Da ultimo, l’Autorità di regolazione dei trasporti ha predisposto precise raccomandazioni sul rispetto dei principi informatori del settore.

La legge 10. “Questo in generale il contesto normativo nel quale si colloca la vicenda del sostegno alle compagnie low cost”, continua l’assessore. Nel 2010 la Regione, considerate le difficoltà del sistema precedente sul quale, all’epoca, era appunto aperta una procedura di infrazione, decise di introdurre un nuovo provvedimento diventato la legge 10 del 2010. L’articolato prevedeva uno stanziamento di 19,5 milioni di euro per il 2011 e di 24 milioni per gli anni 2012 e 2013 strutturato, inizialmente, sulla base del principio dell’investitore in economia di mercato (Piem). “In buona sostanza secondo tale principio, l’aiuto pubblico nel settore sarebbe consentito verificando anticipatamente che le condizioni di intervento corrispondano a quelle considerate accettabili da un ipotetico investitore privato in regime di mercato – continua l’assessore -. Così motivato, un simile provvedimento non dovrebbe essere soggetto a notifica in quanto considerato un aiuto compatibile. Tuttavia, la Regione decise invece alla fine del 2011 di notificare la legge 10 tardivamente e dopo avergli dato esecuzione, come un intervento di sostegno a un servizio di interesse economico generale (Sieg), di fatto smentendo se stessa, e andando incontro a una nuova procedura di infrazione aperta nel 2013 contro tutti e tre gli scali aeroportuali isolani che avevano ricevuto nel frattempo oltre 60 milioni di euro di sovvenzioni”, spiega ancora l’assessore. “Alla sua scadenza la legge 10 non venne quindi giustamente rinnovata dalla giunta di centrodestra in quanto gravata da un pesante rilievo di incompatibilità comunitaria”.

Dialogo aperto con Bruxelles. “Appena insediata, la giunta Pigliaru ha avviato una paziente e laboriosa interlocuzione con Bruxelles, supportata dalla Rappresentanza permanente italiana presso l’UE, volta a scongiurare la condanna degli aeroporti sardi alla restituzione degli aiuti”, aggiunge il titolare dei Trasporti. Si è prospettato così di riportare l’intervento della Regione alla sua iniziale impostazione di Piem, evidenziando anche le rilevanti penalizzazioni dettate dell’insularità. “La Direzione generale della Concorrenza della Commissione ha preso in seria considerazione la nostra posizione, concordata con tutte le società di gestione aeroportuale della Sardegna. Attendiamo il pronunciamento finale entro tempi brevissimi. Pertanto, un intervento oggi, in pendenza di una decisione così delicata, potrebbe essere non solo evidentemente controproducente, ma anche molto rischioso, tenendo conto che non esiste al momento alcun punto di riferimento interpretativo applicativo sulle linee guida del 2014. Abbiamo l’obbligo morale, prima che legale politico e amministrativo – continua Deiana – di non trascinare la Sardegna in avventure disinvolte, dettate da logiche tanto populistiche quanto superficiali, che fatalmente presentano, anche dopo anni, il conto. Un conto, sempre salato e talvolta catastrofico – si vedano i precedenti illuminanti degli aiuti al settore alberghiero e alla disastrosa esperienza della flotta sarda – che non viene mai pagato dagli spregiudicati ideatori, sempre colpiti da imbarazzanti amnesie selettive, ma da tutti i sardi”.

 

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