Sono 238 le aziende dell’Oristanese colpite dai devastanti roghi di luglio. L’ha detto l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, in occasione della riunione congiunta della commissione Agricoltura del Consiglio regionale con quella Camera dei deputati guidata dal presidente Filippo Gallinella e che si è svolta oggi nel palazzo dell’Assemblea sarda. All’incontro aperto dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, hanno partecipato anche il prefetto di Oristano, Fabrizio Stelo, il presidente del Banco di Sardegna, Antonello Arru, e le associazioni agricole più rappresentative, il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, e i sindaci dei Comuni più colpiti dagli incendi.
Ristori, rapidità nelle erogazioni, macchina antincendio, prevenzione e lotta all’abbandono delle campagne sono stati i temi toccati in poco più di un’ora di discussione. Sulla rapidità, Deiana ha chiarito che “se le risorse stanziate da Regione e Governo non arriveranno subito, inevitabilmente dovremmo farle slittare al 2022 perché i bilanci comunali non potranno gestirle”. I fondi regionali sono i 20 milioni per fronte ai danni cui ha fatto riferimento anche oggi l’assessora Murgia. “Sono contenuti nell’assestamento di Bilancio il cui iter è già avviato”, ha detto. La legge di 32 articoli contiene molto altro e in Aula non dovrebbe approdare prima di fine settembre. L’esponente della Giunta ha anche ricordato la riprogrammazione del piano di sviluppo rurale che ha consentito di sbloccare 7,5 milioni per gli incendi, ma anche i 7 milioni stanziati dalla Protezione civile nazionale che dovranno essere ripartiti con la Sicilia e la Calabria. Il dato sulle aziende colpite non coincide con quello fornito da Coldiretti. Durante la riunione il presidente Battista Cualbu ha parlato di 318 e ha ribadito la necessità di “essere celeri: bene gli annunci ma acceleriamo i tempi”. Concetto ribadito dal sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi: “La tempestività è un elemento dirimente, ogni giorno che passa ci preoccupa”. In ogni caso, ha fatto notare il presidente di Copagri, Pietro Tandeddu, “20 milioni di euro probabilmente non basteranno”.
Di prevenzione come “vera sfida” e “abbandono delle campagne” ha parlato il presidente della commissione Attività produttive, Piero Maieli. Ancora secondo Tandeddu “sono da rivedere le norme forestali, il bosco deve vivere e non va mummificato, servono le fasce parafuoco”, mentre Luca Sanna di Confagricoltura ha parlato della necessità di una legge nazionale sulla “multifunzionalità delle aziende agricole”. “Siamo qui per ascoltare, sfruttateci per quanto possiamo fare”, ha detto il deputato del Pd Andrea Frailis, che ha ricordato quanto previsto nel decreto legge sull’inasprimento delle pene per gli incendiari”. Secondo il collega del M5S Luciano Cadeddu “il punto focale è avere una visione ampia di territori molto difficili da vivere e dove l’agricoltura è diversa da quella di altre zone: serve una visione complessa della crescita di questi territori, in assenza si spopoleranno sempre più”. Tra gli altri deputati intervenuti: Raffaele Nevi (FI) ha chiesto notizie sugli animali colpiti e su come ha funzionato il pronto intervento; Maria Chiara Gadda (Italia Viva) ha posto la questione della revisione del sistema di emergenza e della gestione dei Canadair; Lorenzo Viviani (Lega) ha sottolineato “il progetto dell’agricoltore custode che indossi la maglia della protezione civile”; Maria Cristina Caretta (FdI) ha evidenziato che “servono risorse per prevenire, non possiamo sempre rincorrere i problemi e dobbiamo fare in modo che le aree rurali più lontane siano vissute”.