Dopo la Cgil sarda, anche il Nursing up, sindacato degli infermieri, in piazza oggi a Cagliari per manifestare contro la riforma sanitaria voluta dalla Giunta Todde. “Bocciamo questo testo”, la presa di posizione del referente regionale, Diego Murracino, durante il presidio del sindacato organizzato sotto il palazzo della Regione per denunciare, spiega quindi il dirigente dell’area Cagliari, Marino Vargiu, una situazione sanitaria al limite: “La carenza di personale, i turni massacranti, gli stipendi inadeguati e il progressivo smantellamento della sanità pubblica stanno spingendo sempre più infermieri e professionisti sanitari ad abbandonare il settore o a lasciare l’isola – rimarca Vargiu -. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: pronto soccorso sovraffollati, reparti in crisi, tempi di attesa insostenibili per visite ed esami”. Se a livello nazionale per Vargiu il mancato rinnovo contrattuale “è un segnale di disattenzione verso i professionisti della salute, in Sardegna la proposta di riforma sanitaria regionale ne ha ignorato la valorizzazione, concentrandosi solo sulla governance delle aziende, senza affrontare il vero problema: la drammatica condizione del personale”.
Ribadisce quindi Murracino: “Tutto il personale della sanità versa in condizioni drammatiche, ma questa riforma è priva di prospettive. Si vogliono cambiare alcuni direttori generali e spostare presidi da un’asl all’altra, ma senza risolvere e affrontare i reali problemi della sanità. Il sindacato boccia questa riforma, e chiede un intervento immediato con assunzioni di professionisti e operatori sociosanitari, oltre a un programma di riattivazione dei servizi territoriali”.
Servono poi per Vargiu “investimenti mirati per ridurre le liste d’attesa, potenziando gli ospedali e i servizi territoriali, e misure di sicurezza per il personale sanitario, per prevenire e contrastare le aggressioni. Non c’è più tempo da perdere”. Nursing Up, avverte il dirigente, “continuerà a mobilitarsi finché non verranno adottate misure concrete per salvare la sanità sarda e garantire ai cittadini un servizio pubblico efficiente e dignitoso. Gli infermieri e tutte le professioni sanitarie non chiedono privilegi, ma rispetto per un lavoro essenziale per la salute pubblica. Il governo e la Regione Sardegna non possono più ignorare questa emergenza”. La sanità pubblica, chiude, “è a un bivio: o si agisce ora, o si decreta il suo fallimento definitivo. Noi non resteremo spettatori di questa catastrofe”.