“Quella che la Giunta regionale chiama ‘riforma sanitaria’ non è assolutamente una riforma: non affronta il problema delle liste d’attesa, non garantisce stabilità al personale medico e paramedico precario, non migliora né l’assistenza né la prevenzione per i pazienti, e non risolve i problemi dei territori relativi alla mancanza di medici di famiglia. Si tratta solo di un riassetto burocratico che non porta alcun beneficio concreto alla sanità sarda, e per questo abbiamo espresso un voto contrario”. Lo dichiara il consigliere regionale Alberto Urpi, intervenendo in aula sul Disegno di legge n. 40/A, che introduce modifiche alla legge regionale 24/2020.
“Accorpare dal punto di vista amministrativo strutture come il Microcitemico al Brotzu o il Marino di Alghero all’Asl non cambia nulla per chi ogni giorno si scontra con attese infinite per una visita o un intervento – prosegue il sindaco di Sanluri -. Questa legge non sposta nemmeno un euro dal bilancio regionale per aumentare la spesa sulla sanità sarda, neanche un euro per migliorare i servizi sanitari. Alla fine, l’unico vero obiettivo di questa finta riforma è la cacciata degli attuali direttori generali e la nomina di nuovi: ancora una volta, la politica si preoccupa più degli assetti di potere che della salute dei cittadini.”
“Quando si parla di sanità – conclude Urpi – si deve parlare di pazienti e delle loro necessità, non di nomine e incarichi di potere. Questa legge non offre alcuna soluzione ai problemi reali della sanità sarda, per questo il nostro voto è stato contrario. Ora la norma tornerà in commissione, siamo pronti a collaborare ma a patto che diventi una legge che parla della salute dei pazienti e non di nomine”.