Riordino della sanità, la Cgil contro la Giunta Todde: “Sbagliato fare una nuova riforma, serve un cambio di passo vero”

Lavoratori e lavoratrici del Microcitemico di Cagliari sono pronti a scendere in piazza contro i contenuti del nuovo disegno di legge di riorganizzazione sanitaria, definito come un intervento che “in due righe liquida il futuro dell’ospedale affidandolo a un nuovo, ennesimo, cambio di casacca”. Questa mobilitazione potrebbe presto estendersi a livello regionale, coinvolgendo altre strutture ospedaliere in sofferenza sia a Cagliari che nel resto della Sardegna. Non è escluso nemmeno un sciopero generale, per far comprendere alla Giunta regionale e al Consiglio l’urgenza di “cambiare passo”. Questo è il messaggio emerso dall’assemblea della Fp Cgil di Cagliari, tenutasi presso il presidio sanitario del Microcitemico, a cui hanno partecipato il segretario territoriale Nicola Cabras, il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante e quello della Fp Cgil regionale Roberta Gessa. Presente anche una delegazione di consiglieri regionali, tra cui Francesco Agus (Progressisti), Camilla Soru (Pd), Alice Aroni (Udc) e Umberto Ticca (Riformatori).

Il sindacato ha espresso fermamente la propria contrarietà al disegno di legge, affermando che “una nuova riforma non serve, e che modificare ancora una volta i perimetri delle aziende rischia persino di peggiorare l’attuale collasso del sistema sanitario”. La Fp Cgil ha sottolineato come non sia necessario potenziare l’Ares, ma piuttosto “restituire le sue funzioni alle Asl“. Il disegno di legge, secondo il sindacato, “non affronta le emergenze, non risolve i problemi dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno purtroppo si scontrano con un servizio sanitario inadeguato, al punto che il 13,7% dei sardi rinuncia alle cure”.

Tra le criticità principali segnalate vi sono le liste d’attesa infinite, la carenza di personale sanitario, la mancanza di medici di famiglia e pediatri, e l’assenza di una rete territoriale che garantisca accesso alle cure in tutto il territorio, comprese le aree più periferiche. “È qui che occorre intervenire con azioni concrete e mirate”, ha ribadito il sindacato, ricordando che “l’attuale maggioranza, in campagna elettorale, aveva promesso interventi mirati, quelli che continuiamo a rivendicare, e non certo una nuova riforma che sposta ancora più in là la risoluzione dei problemi”.

Durante ha lanciato un duro monito alla Giunta, affermando che “non si stanno vedendo inversioni di tendenza rispetto al passato, e l’insoddisfazione dei cittadini e degli operatori della sanità sta crescendo, anziché diminuire”. Durante ha evidenziato come, in assenza di azioni concrete, il sindacato sia pronto a scendere in campo con “iniziative di mobilitazione e di sciopero dei lavoratori della sanità per provare a invertire questa tendenza”.

L’idea della Giunta di proporre una nuova riforma sanitaria, secondo Durante, è “sbagliata e dannosa, perché può peggiorare il contesto già difficile nel quale si sta operando nella sanità in Sardegna”. Invece di imbarcarsi in un’altra discussione su una nuova riforma, Durante ha proposto di concentrarsi su interventi concreti per ridurre le liste d’attesa, un problema che affligge da anni la sanità sarda. “Non c’è bisogno di girarci troppo attorno: pensiamo a come ridurre concretamente oggi i tempi di attesa”, ha affermato. Durante ha anche ricordato che, sotto la precedente Giunta Solinas, “nella Asl di Nuoro si aspettavano 401 giorni per una prima visita endocrinologica, in quella di Oristano 226 giorni per un ecodoppler cardiaco, e in Ogliastra si aspettavano 476 giorni per una risonanza magnetica del cervello. Queste tempistiche, purtroppo, non sono migliorate”.

Nel corso dell’assemblea, è intervenuta anche la consigliera regionale Camilla Soru (Pd). “Per me oggi è molto complicato intervenire dalla mia posizione, facendo parte della maggioranza. È un momento complesso, volendo un momento di grande crisi”, ha dichiarato. Soru ha detto che “uno dei grandi errori della politica è quello di riformare ciclicamente la sanità e gli enti locali”. La consigliera ha anche espresso forti dubbi sull’accorpamento del Microcitemico con l’Ospedale Brotzu, una delle modifiche previste dalla riforma. “Il Microcitemico è un ospedale con una vocazione totalmente differente rispetto a quella del Brotzu”, ha detto.

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