Riordino della sanità, il Campo largo procede spedito in Consiglio. Le opposizioni: “Riforma senza coperture finanziarie”

di Vito Fiori

Opposizioni all’attacco del disegno di legge di riordino della sanità. Da Antonello Peru ad Alice Aroni, da Stefano Schirru a Ivan Piras, critiche all’unisono perché “questo provvedimento nasconde solo l’intento di commissariare le Asl”. Ma, per quanto possano apparire di parte, alcune contestazioni sono incontrovertibili, in particolare quando si accusa la maggioranza di aver predisposto una legge senza le necessarie coperture finanziarie. Medicina territoriale, liste d’attesa e altri punti toccati, infatti, non potrebbero diventare operativi senza risorse economiche. Per questo Giuseppe Frau (Uniti per Alessandra Todde) ha sottolineato l’importanza della legge in attesa dell’approvazione della manovra (prevista ad aprile), e ha rimandato al mittente le accuse, ricordando il lascito della giunta precedente, viaggi della speranza e liste d’attesa su tutti. Intanto la seduta si è chiusa con l’accordo dell’Aula – maggioranza e opposizione – sul riprendere la discussione dei punti della legge 40 giovedì alle 10:30.

Ironica, e dura, la replica di Piero Maieli (Fi): “Avete trovato una macchina rotta e decidete di cambiare il pilota. Diteci i nomi dei commissari così potremo continuare”. Polemica quella di Corrado Meloni (Fdi): “Questo provvedimento non ha altra urgenza se non la spartizione delle poltrone. Questo nonostante il problema serio dell’ipotesi decadenza della Todde e della fine anticipata della legislatura”.

Stefano Tunis è più preciso: “Quando arriveranno i commissari dovranno servirsi degli atti aziendali preparati dagli attuali direttori generali, quindi non potranno incidere. Una situazione che potrebbe generare una lunga serie di problemi. E non vorrei sentirvi piagnucolare quando la Corte dei conti valuterà i vostri atti”. Fausto Piga (Fdi) aggiunge: “È una riforma poltronificio, non c’è un accenno sulla mancanza di personale, sulla riorganizzazione degli ospedali”. Piga ricorda che la Cgil, in audizione, aveva invitato la maggioranza a fermarsi e a non andare avanti con questo progetto che non migliora la salute dei sardi”.

A Diego Loi (Avs) è toccato andare in soccorso della maggioranza e a difendere il disegno di legge sulla sanità: “È il tentativo di intraprendere un percorso valutato la scorsa estate. Dovevamo agire sulla riorganizzazione, dovevamo rispondere ai cittadini che si sentono abbandonati dalle istituzioni, privati dei servizi essenziali. Questo è l’approccio che ci ha caratterizzato”. Umberto Ticca (Riformatori): “Siamo chiamati a discutere di una legge che non serve a nulla. Nella leggina, di questo si tratta, non c’è niente sulle liste d’attesa, sugli ospedali, sul territorio. Non ci sono risposte per migliorare il servizio sanitario e migliorare le condizioni dei sardi. Senza risorse non ci può essere efficacia negli atti amministrativi. Serve solo per commissariare le aziende sanitarie. Con questo si espone a rischi enormi e a richieste di risarcimenti. Sarà la Corte dei conti a valutare il vostro operato”. Infine Paolo Truzzu (Fdi) che ha proseguito sulla litania delle critiche ed è tornato sul tema dei commissariamenti, puntualizzando: “Senza bilancio non si possono sostituire i direttori generali, fatevi un’assicurazione perché la Corte dei conti vi chiamerà a rispondere di questo provvedimento. A meno che, siete ancora in tempo per farlo, non lo ritiriate”.

La conclusione è dell’assessore Armando Bartolazzi che ha risposto punto per punto alle critiche: “Il sistema sanitario ha bisogno di una riforma seria. Non do le colpe a chi mi ha preceduto. Però, dalla legge del 2020 a oggi sono passati 5 anni e la situazione è drammatica. O non ha funzionato bene la governance oppure è stata interpretata male la legge. Per non sbagliare abbiamo cercato di apportare dei correttivi legittimi per procedere con i commissariamenti. Personalmente non ho nomi da fare”. Nel dettaglio: “Ares paga le inefficienze delle Asl, la sua funzione è quella di erogare i servizi ai cittadini. Istituire l’Irccs con l’accorpamento del Microcitemico e del Brotzu significa internazionalizzare la sanità sarda. Non credo che i problemi della sanità sarda si risolvano con i cerotti. Se lavoriamo sulla riorganizzazione e sulla governance i problemi si risolverebbero come in un domino”.

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