Lo scontro sulle rinnovabili, o meglio sulla norma più stringente, si sposta in Consiglio regionale tra maggioranza e opposizione. Al centro ci sono sempre le due istanze: da una parte il disegno di legge per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e dall’altra la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 2024.
Attorno al disegno di legge si consuma lo scontro tra maggioranza (che ha i numeri per approvare la norma) e l’opposizione che, invece, ha manifestato sostegno alla Pratobello 2024.
In Consiglio regionale, dove procede anche a ritmo spedito l’iter per l’approvazione del disegno di legge, si registra la presentazione di oltre mille emendamenti al Ddl. Tra questi c’è un correttivo che riscrive la norma. “È stato perfezionato l’aspetto della distanza dai siti tutelati, per errore nella prima stesura sono stati indicati due chilometri – fa sapere l’assessore all’Industria Emanuele Cani -, adesso vengono proposti sette chilometri, perciò una specifica fortemente restrittiva”. C’è poi anche un altro aspetto, che riguarda la questione delle garanzie. “L’altro aspetto che è stato definito è la questione delle fideiussioni, quindi a tutela dei luoghi dove saranno realizzati gli impianti”. Ossia, le assicurazioni per il dopo impianti, quando dovranno essere smantellati e bonificate le aree”.
Inoltre “Abbiamo puntualizzato che l’intesa sarà tra i Comuni e la Regione – aggiunge l’esponente dell’esecutivo riferendosi all’intesa con i Comuni -, ma i Comuni devono poter decidere”. Corsa spedita quindi che dovrebbe arrivare prima della Pratobello 2024 il cui iter seguirà una procedura ordinaria. Argomento ribadito anche dalla presidente della Regione Alessandra Todde, al termine del vertice di maggioranza convocato in Consiglio regionale. ”Non ci possono essere scorciatoie nella misura in cui devono essere verificate le firme – ha detto la presidente in un punto stampa al termine della riunione -. Comandini ha detto che seguirà un iter ordinario, come deve essere. Non si può pensare che le leggi predisposte da Giunta e Consiglio, deputati per Statuto a farlo, passino attraverso le Commissioni e invece una legge così importante e di iniziativa popolare segua delle scorciatoie“. Poi un passaggio sul fatto che la proposta di legge si deve “confrontare con una legge già esistente che viene sviluppata in questo momento e che è quella delle aree idonee, che va assolutamente nella stessa direzione”.
Poi un ulteriore passaggio: “La questione è distinguere il ruolo delle istituzioni: chi propone una legge di iniziativa popolare mostra chiaramente delle paure e la preoccupazione di voler difendere in questo caso il proprio territorio. Ma le istituzioni devono fare le istituzioni. Siamo stati legittimamente eletti, anche come legislatori, e quindi dobbiamo portare a termine il compito che ci è stato assegnato dai cittadini durante le elezioni”.