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Rinnovabili, l’assessore Meloni: “Fermato l’assalto, ma chi ha razzolato in cerca di consensi abbia la dignità di dimettersi”

di Vito Fiori

Ha l’aria soddisfatta Giuseppe Meloni. All’indomani del via libera alla legge sulle aree idonee (sarebbe giusto dire inidonee), Giuseppe Meloni, vice presidente e assessore alla Programmazione della giunta regionale, sembra quasi sollevato dalla fine del tour de force iniziato a giugno e concluso appunto appunto ieri mattina in aula. “Siamo contenti, soddisfatti di aver chiuso il dossier sul quale avevamo puntati gli occhi di tutti. Abbiamo affrontato il problema, molto sentito dai sardi, con la massima responsabilità. Era in corso una specie di assalto all’isola e senza regole si sarebbe rischiato un disastro”.

Che è quello che dice il centrodestra anche adesso, dopo l’approvazione della 45.

“Prima la moratoria e poi la legge ci hanno consentito di fermare l’assalto e di mettere ordine disciplinando la materia. Ci hanno accusato di non aver tenuto conto dei 210 mila sardi che hanno firmato una proposta di legge di iniziativa popolare, qualcuno si è spinto oltre sostenendo che li abbiamo considerati anche troppo. Siamo la prima regione in Italia a legiferare sul tema, e questo la dice lunga sulla nostra serietà. Semmai dispiace che ci siano troppi politici che, nella speranza di razzolare un po’ di consenso, abbiano cavalcato l’onda della protesta popolare, Peraltro, questi consiglieri, senza fornire alcuna risposta sul fatto che il loro governo a Roma, il loro stesso partito, oggi più che mai con il ministro Pichetto Fratin, pretendano che la Sardegna spalanchi le porte agli impianti di rinnovabili. Dicono che la nostra sia una legge molto restrittiva, sono certo che sarà impugnata dal governo, ma non potevamo fare diversamente. Ma sono anche convinto che l’intero gruppo consiliare di Forza Italia dovrebbe dimettersi, se solo avessero un sussulto di dignità politica”.

Bene, e adesso? Si riprendono i lavori con la questione sanità o con la manovra di bilancio?

“Stiamo discutendo in queste ore sul tema a cui dare priorità. Non solo per il ruolo che ricopro, preferirei avviare la discussione sulla manovra anche per evitare l’esercizio provvisorio. Allo stesso tempo, sono consapevole che la sanità sia un tema urgente. Tutti si aspettano una svolta da noi e noi dobbiamo essere in grado di darla. Fra una settimana la maggioranza deciderà su cosa puntare”.

Secondo alcuni osservatori, con le aree idonee si sarebbe perso molto tempo, è d’accordo?

“No, È vero che hanno di fatto occupato i nostri pensieri per mesi, ma l’argomento era delicato e dovevamo avere il tempo necessario per trovare le soluzioni che non auspichiamo siano quelle più adatte alla nostra isola. Vorrei altresì ricordare che nel cambio di amministrazione ci siamo ritrovati diversi problemi, a cominciare dalla mancata rendicontazione sulla parifica di bilancio e sul suo assestamento: In pratica non potevamo fare nulla. I ritardi sono derivati da questi aspetti”.

Ora è tutto a posto?

“Dobbiamo essere pronti per approvare il rendiconto 2024 entro il 30 aprile 2025, rispettare i termini è fondamentale per evitare di creare avanzi di bilancio. Occorre invertire la rotta rispetto al passato e noi lo stiamo già facendo, è il solo modo per poter programmare gli investimenti!”.

A proposito di investimenti, come intende caratterizzarsi la vostra giunta? Ci sarà qualche segnale di sinistra o farete semplice e ordinaria amministrazione?

“La manovra coinciderà con l’approvazione del Piano di sviluppo regionale che già contiene gli indirizzi che intendiamo seguire”.

Cioè?

“Sanità, istruzione e formazione, sostegno alla ricerca e alle attività produttive saranno al centro della manovra, con un occhio di riguardo alle Università, di cui non possiamo non occuparci. Le risorse disponibili saranno incrementate grazie all’avanzo di bilancio. Mi preme però aggiungere che teniamo molto alla digitalizzazione della Sardegna anche in ottica spopolamento delle zone interne ma, soprattutto, perché vorremmo che i sardi delle città, dei piccoli centri e delle campagne possano gode degli stessi servizi essenziali, e la rete è un servizio imprescindibile”.

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