Il botta e risposta a distanza tra la presidente della Regione Alessandra Todde e l’ex comico Beppe Grillo che dal suo blog ha attaccato la governatrice sulle rinnovabili, diventa l’occasione per ribadire la posizione della Regione sul tema. In una intervista al Corriere della Sera, infatti, la presidente Todde, rispondendo all’accusa mossa da Grillo di aver bloccato le rinnovabili ha ribadito a chiare lettere di “non aver bloccato nulla”.
“La Sardegna chiuderà le centrali a carbone e farà la transizione ecologica – ha precisato -. L’ambiente e il paesaggio sono beni primari e identitari. Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso basato sulla tutela dell’ambiente senza ulteriore consumo di suolo evitando di trasformare la Sardegna in un paesaggio industriale senza regole”.
La governatrice ha poi ribadito la sua posizione sul piano energetico e sul metanodotto. “Vogliamo che famiglie e imprese sarde si possano produrre la propria energia – ha detto ai giornalisti del Corriere – . Investiamo quasi 1 miliardo fino al 2030 per le comunità energetiche, l’autoconsumo, impianti fotovoltaici con incentivi destinati a cittadini, Comuni, imprese e privati”.
Per il metanodotto “resto contraria. Sono favorevole a fare le infrastrutture necessarie per le zone industriali e alimentare i bacini esistenti – ha precisato -. Il gas svolge un ruolo di passaggio nella decarbonizzazione, ma è un combustibile di transizione che importiamo a caro prezzo. Serve, ma vincolato agli obiettivi europei”.
Una posizione ben precisa che aveva espresso nei mesi scorsi. A luglio rispondendo alle domande dei giornalisti dell’Ansa aveva detto infatti: “La Sardegna deve produrre energia per sé stessa ed essere grossista sul mercato, per fare in modo di poter dare l’energia elettrica a poco prezzo alle nostre comunità e alle imprese”, e parlando di alternative e del gas aveva aggiunto “a chi spinge su altre strade ricordo che questo è un momento storico: noi possiamo produrre energia elettrica, la possiamo produrre per le nostre comunità, mentre il gas lo importiamo a caro prezzo e non possiamo incidere in alcun modo su questo, quindi noi dobbiamo affrontare questo tipo di transizione per quello che è più conveniente per noi, non andare dietro ai progetti che nascondono interessi per altri”.
In una intervista a ‘Il Manifesto’ del 6 agosto aveva ribadito: “Il gas ha un importante ruolo di passaggio nella decarbonizzazione, ma dobbiamo ricordarci che è un combustibile di transizione che importiamo a caro prezzo. Servirà per dare un aiuto nella fase di transizione ma, come gli altri combustibili fossili, è vincolato agli obiettivi posti dal Green Deal europeo, che prevedono il raggiungimento della neutralità climatica per il 2050. Non possiamo fare ragionamenti a lungo termine sull’energia prodotta dal gas e in generale dalle fonti fossili. Le infrastrutture a supporto devono quindi essere realizzate in tempi molto brevi e servire i consorzi industriali e i bacini già esistenti”.