Dal piano energetico alle vertenze industriali passando per le rinnovabili. Emanuele Cani è l’assessore regionale dell’Industria e traccia il percorso della Sardegna per i prossimi anni.
Assessore in Sardegna c’è una questione che si chiama energia. Come state lavorando?
“Siamo intervenuti su tre binari. In primo luogo stiamo intervenendo per la definizione del quadro normativo che si concluderà con la prossima della legge sulle aree idonee. Il secondo riguarda una revisione strutturale del piano energetico regionale che è fermo al 2016. Il terzo riguarda la costituzione della società energetica regionale”.
Veniamo al primo intervento
“Siamo a buon punto, abbiamo appena concluso un primo ciclo di incontri con i sindaci, e con i loro uffici tecnici. E’ di imminente stesura la prima bozza della legge a seguito della quale programmeremo e terremo un ulteriore momento di incontro e confronto con le amministrazioni comunali. Contiamo in tempi rapidi di approvare il provvedimento in Giunta in modo che il Consiglio regionale possa tempestivamente iniziare il suo percorso di approvazione. E’ bene precisare che la scelta di aver approvato la legge 5 ci consente di non autorizzare la realizzazione di alcun impianto eolico o fotovoltaico”.
Piano energetico regionale, cosa prevede?
“Stiamo affinando la proposta di delibera che andrà in approvazione nei prossimi giorni con cui istituiremo l’ufficio del piano, contiamo di coinvolgere per la stesura di un documento cosi importante per la Sardegna l’università, il sistema delle partecipate regionali con le relative competenze e chiaramente tutte le associazioni datoriali e di professionisti, i sindacati, le associazioni degli enti locali e comunque tutti i rappresentanti degli organismi o sodalizi che possono contribuire a scrivere un documento di così alto rilievo”.
E questa Agenzia sarda?
“Deve essere lo strumento attraverso cui diamo ai sardi quello che devono giustamente avere e non hanno mai avuto dallo sfruttamento delle loro risorse propedeutiche alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Come per esempio la questione legata all’idroelettrico da cui i sardi, ma soprattutto i territori che ospitano gli impianti, non traggono nessun beneficio”.
Parliamo del Decreto energia. A che punto siete?
“È stata posticipata l’udienza che deciderà (sul ricorso presentato da Solinas) a novembre 2024. Ritengo che prima di quella data dobbiamo essere in grado di proporre una soluzione definitiva sulla metanizzazione della Sardegna perché la non decisione degli anni che ci lasciamo alle spalle ha prodotto dei danni ai sardi che non possiamo più accettare. La linea che dobbiamo seguire è quella di assumere una decisione anch’essa di concerto con tutti i soggetti. Dobbiamo capire e decidere quello che serve alla Sardegna e non farci trascinare in inutili contrapposizioni ideologiche”.
Polo metallurgico, si riuscirà a partire?
“La posizione della Regione è chiara: dal nostro insediamento abbiamo avviato le interlocuzioni con imprese e sindacati per sostenere tutte le attività. Siamo convinti che la Sardegna non possa rinunciare all’attività industriale. E’ necessario che in questo contesto ognuno si assuma le proprie responsabilità, e che si comporti in maniera adeguata perché, è bene ricordarlo, ogni impresa ha anche una responsabilità sociale che deve essere rispettata”.
Nel nord ovest la chimica pesante è tramontata e quella verde non sembra voler decollare. Cosa succede?
“Si tratta di un settore fondamentale per l’intera Sardegna. Per questo motivo riteniamo sia necessario chiamare il Governo e i soggetti che gestiscono il comparto alle loro responsabilità. E’ assolutamente incomprensibile che si sia perso tutto questo tempo. Abbiamo già attivato le necessarie interlocuzioni con il Governo affinché sia convocato in tempi rapidi il tavolo per dare seguito agli accordi stabiliti”.
A proposito di rinnovabili. Si è parlato di un suo presunto conflitto di interessi, come stanno le cose?
“Dal 2009 avevo una società in accomandita semplice che si occupava di servizi, tra cui quelli per aziende operanti nel settore energetico. Appena mi è stato proposto di ricoprire l’incarico di assessore regionale ho provveduto, con pec, a revocare i miei rapporti di collaborazione ancora in essere. Poi ho attivato le procedure per la chiusura della società. Dal momento della nomina svolgo esclusivamente il ruolo di assessore dell’Industria, a servizio della Sardegna e dei sardi”.
d.ma.