All’indomani dell’ok del Consiglio regionale sullo stop per 18 mesi ai nuovi impianti di energia rinnovabile, in primis eolico e fotovoltaico, Legambiente nazionale prende posizione. Il presidente Stefano Ciafani commenta la legge regionale, voluta dalla Giunta guidata da Alessandra Todde, a margine di un convegno a Roma: “Le moratorie non le abbiamo mai comprese. Non comprendemmo quelle di Nichi Vendola in Puglia e di Renato Schifani in Sicilia, e non comprendiamo neanche questa della Sardegna”, ha detto.
Nel mirino c’è la questione delle tempistiche e anche la confusione che si è creata a livello mediatico sull’energia prodotta da fonti rinnovabili, necessaria nella transizione dal carbone, da cui la Sardegna continua a dipendere. “C’è una campagna mediatica martellante che dura da anni – ha proseguito Ciafani -. Quello che emerge è che la politica dovrebbe avere il coraggio di affrontare le questioni partendo dai dati concreti. Le richieste di progetti sono una cosa, quelli solidi che potranno andare avanti sono in numero minore”.
“Credo che 18 mesi siano un intervallo di tempo davvero troppo lungo, sul fronte delle rinnovabili sono un’era geologica – ha proseguito -. La Sardegna rischia di rimanere indietro se si ferma per 18 mesi. Potevamo comprendere uno stop per qualche settimana o pochi mesi, ma un anno e mezzo rischia di far perdere il treno dell’innovazione a una regione che produce la gran parte della sua elettricità dal carbone, perché il metano non c’è”. “Aspettare 18 mesi per garantire alla Sardegna di passare dall’era del carbone all’era delle rinnovabili senza passare per il gas – ha concluso Ciafani – è una occasione che si sta perdendo e una soluzione che non condividiamo”.