Rinnovabili, il Cdm impugna la legge regionale. Todde: “Non subiremo passivamente”

“Il governo Meloni, durante il Consiglio dei Ministri di oggi, senza convocare la presidente della Regione Sardegna, con spregio dello Statuto Sardo che invece ne prevede il diritto di sedere in Cdm nel caso si trattino temi rilevanti per la Regione, ha deciso di impugnare la nostra legge numero 5, approvata il 3 luglio scorso, necessaria a fermare la speculazione energetica per un massimo di 18 mesi e a bloccare tutti gli impianti che è possibile bloccare. Una legge voluta dai sardi e votata in consiglio regionale che prevede che tutte le installazioni di nuovi impianti di energie rinnovabili, per i quali i lavori non siano già iniziati, siano fermate”.

Lo sostiene la governatrice, Alessandra Todde dopo la decisione emersa durante il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio. In particolare secondo l’esecutivo la norma sarda eccede le competenze proprie della Regione secondo lo Statuto e si pone in contrasto con la normativa statale ed europea, con la violazione degli articoli 3, 41 e 117 della Costituzione.

Il Cdm chiede anche alla Consulta che si applichi immediatamente e in via cautelare la sospensione dell’articolo 3, il cuore della norma. L’impugnazione della legge che nell’Isola viene definita di ‘moratoria’, ma che non lo è tecnicamente, era stata messa in conto dalla Giunta regionale: l’obiettivo è sempre stato quello di bloccare gli impianti in attesa di definire la mappa delle aree idonee che nelle intenzioni della maggioranza di campo largo sarà pronta entro breve, di certo prima che l’iter dell’impugnazione alla Consulta si concluda, e dunque farebbe decadere la norma impugnata.

“In queste settimane alcuni hanno giudicato la nostra una legge debole, che non bloccava nulla, inutile, un regalo agli speculatori – sottolinea Alessandra Todde – che il governo non prendeva neanche in considerazione. Colpo di scena. Avevamo ragione noi. Infatti, al contrario, la legge si è dimostrata efficace e di impatto, obbligando il Governo ad impugnarla chiedendone la sospensione immediata visti i tanti reclami ricevuti”.

E la presidente della Regione aggiunge: “In attesa che la Corte Costituzionale si esprima, il lavoro della giunta non si ferma – garantisce – . La mappa delle aree idonee dovrà essere consegnata entro 180 giorni a partire dal 3 luglio e noi stiamo già lavorando alla sua stesura. Stiamo creando un comitato interno e un ufficio del Piano che si occuperanno di redigere la legge con indicazioni specifiche per le aree idonee. E lo faremo coinvolgendo i territori, le comunità, i sindaci. Inoltre, aggiorneremo il Piano Energetico Regionale, fermo al 2016, e svilupperemo la Società Energetica Regionale”.

Infine la stoccata: “Stupisce che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche – una soprattutto – che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica – sottolinea Todde -, mentre a Roma lavorano a testa bassa contro gli interessi regionali”.

La governatrice conclude con un messaggio indirizzato al Governo: “La Sardegna – che piaccia o no – non accetterà di subire passivamente decisioni calate dall’alto”.

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