Il dibattito sulla legge che disciplina le aree idonee per gli impianti da fonti rinnovabili entra nel vivo nell’aula del Consiglio regionale. La norma prosegue il suo iter nonostante le critiche di chi sostiene l’alternativa della legge “Pratobello“. Il presidente dell’Assemblea, Piero Comandini, ha delineato la road map dei lavori: a partire da oggi e fino a giovedì, il dibattito proseguirà a ritmo serrato, con le sedute che si estenderanno fino a sera. Le opposizioni hanno presentato quasi 1.700 emendamenti. A questo, si aggiungono le critiche per la decisione di non far entrare in aula gli attivisti della rete Pratobello, che martedì incontreranno una delegazione della maggioranza per discutere la proposta di legge popolare.
La Giunta, per voce dell’assessore all’Industria Emanuele Cani, difende a spada tratta la legge: “Abbiamo lavorato per una norma coerente con le direttive nazionali, mirata a una transizione energetica giusta e sostenibile, basata sull’autoproduzione e sull’autoconsumo”, ha spiegato durante la discussione. L’assessore ha poi ribadito che la legge risponde alle sollecitazioni di oltre 210 sindaci sardi, che hanno partecipato attivamente alla sua stesura.
Le opposizioni però accusano la maggioranza di non ascoltare le istanze del territorio. “Non possiamo accettare di seguire ciecamente un decreto del governo Draghi”, ha affermato Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia. Anche Forza Italia si espone con Piero Maieli che ha denunciato il “muro contro muro” della maggioranza e l’impossibilità di far partecipare i cittadini al dibattito.
Il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha cercato di gettare acqua sul fuoco. “Se emergono i temi della produzione e della democratizzazione dell’energia, allora una revisione complessiva potrebbe portare a un punto di incontro. Altrimenti, la legge andrà avanti così com’è”, ha concluso.