Il disegno di legge per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianto per la produzione di rinnovabili anima lo scontro politico. A far partire la polemica sono state le dichiarazioni del ministro Gilberto Pichetto Fratin, a margine di una convegno a Roma nella sede di Confindustria sull’Energy Release.
“Porre dei vincoli ideologicamente alle rinnovabili sul 99% del territorio rende tutto molto più difficile – ha detto -. Ora voglio vedere bene il provvedimento sardo, ma se davvero è vincolante per i 7 chilometri da ogni monumento, in Italia non ci sono spazi liberi. Una chiesa, un edificio classificato, ogni sette chilometri c’è”.
Non solo: “Stiamo attenti nel porre determinati vincoli – ha proseguito Pichetto -. Io mi auguro che a livello di Conferenza delle Regioni ci sia una valutazione congiunta, per evitare di avere venti regole diverse. Non voglio prevaricare le competenze delle Regioni, ma l’auspicio mio è che ci sia un’uniformità”.
Quanto alla Sardegna, il ministro ha poi aggiunto: “Vedo un’anomalia, perché fa questo tipo di scelte nel momento in cui è l’unica realtà che non si è ancora data una soluzione (per volontà loro) né sul carbone né sul gas. Hanno ancora le centrali a carbone e non hanno un piano gas”.
A stretto giro è arrivata la risposta del centrosinistra. “Come più volte ribadito al Ministro Fratin, la Regione Sardegna gestirà la propria transizione ecologica e rispetterà gli impegni presi dal punto di vista energetico e sulla decarbonizzazione – hanno scritto in una nota i parlamentari sardi del M5S Ettore Licheri, Sabrina Licheri ed Emiliano Fenu -. La legge voluta dalla giunta Todde sulle aree idonee ha come obiettivo quello di fermare la speculazione e bloccare il consumo selvaggio di suolo, finanziando l’autoproduzione, le comunità energetiche, l’autoconsumo e tagliando le bollette dei sardi con uno stanziamento di circa 700 milioni fino al 2030″.
Non solo: “Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi. Sarebbe apprezzabile se il ministro, prima di giudicare un testo di legge, si impegnasse a leggerlo e a comprenderlo integralmente evitando di rilasciare dichiarazioni stonate che denotano scarsa conoscenza della materia”.
Non è tutto, dato che i parlamentari proseguono: “È chiaro quanto Fratin sia in evidente imbarazzo perché il suo partito in Sardegna continua a ripetere che non ci sono aree idonee nonostante abbia governato per 5 anni. La Sardegna non si farà più calpestare ma gestirà la propria transizione ecologica”.