“La legge elettorale europea è discriminante perché non assegnando neppure un seggio alla Sardegna viola le più elementari regole poste a fondamento della Costituzione della Repubblica Italiana e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (giuridicamente vincolante con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona) che riunisce in un unico testo tutti i diritti personali, civici, politici, economici e sociali di cui godono le persone nell’Ue”.
È quanto sostiene l’associazione degli amministratori locali dei Riformatori, che annuncia di aver presentato un ricorso alla Corte europea. “Il popolo sardo – si legge nel ricorso – nell’ambito del processo di sviluppo delle libertà democratiche, ha riconquistato il 26 febbraio del 1948 le sue libere istituzioni di autogoverno”.
I Riformatori sostengono che la Sardegna “è una nazione con proprio territorio, propria storia, propria lingua, proprie tradizioni, propria cultura, propria identità e aspirazioni distinte da quelle della nazione italiana” e “vuole gestire e coltivare in sovranità la propria eredità culturale, materiale e immateriale”.
Per questo ha diritto “ad essere rappresentata nell’ambito delle istituzioni europee. Viceversa – concludono i Riformatori sardi -, tale diritto le viene negato da una legge elettorale discriminante che viola le più elementari regole poste a fondamento della Costituzione della Repubblica Italiana e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.
In serata arriva anche la denuncia sul Galsi del coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, che annuncia la presentazione di una mozione con richiesta di seduta straordinaria del Consiglio regionale: “La Giunta regionale dice addio al Galsi e la Sardegna cerca soluzioni alternative. Una resa, dunque, un addio alla metanizzazione dell’Isola, un ulteriore aumento del gap infrastrutturale. Uno spreco di denaro pubblico, l’ennesimo, che fa gridare allo scandalo”.
“Siamo di fronte a uno smacco per la nostra Isola – ha aggiunto Cossa – e restiamo sconcertati davanti a una Giunta che assiste senza far nulla a un vero e proprio scippo ai danni della Sardegna e delle tasche dei sardi”.