Riforma Enti locali, verso l’approvazione finale entro la settimana

In Consiglio regionale si registra una vera e propria accelerazione per l’esame della riforma degli enti locali, che potrebbe essere approvata entro la fine di questa settimana. In due giorni, da ieri pomeriggio a questa mattina, l’Aula ha dato il via libera – con i soli voti della maggioranza – a nove articoli. Quasi del tutto assente l’ostruzionismo delle opposizioni, i cui consiglieri erano intervenuti a raffica sul “cuore” della legge, cioè sull’articolazione territoriale degli enti locali, già approvata nei primi articoli del provvedimento.

Ora la strada sembra tutta in discesa, anche perché prosegue lo stravolgimento del testo con emendamenti sostitutivi totali della maggioranza (a firma del relatore Roberto Deriu del Pd e del presidente della commissione Riforme Francesco Agus di Sel) che fanno decadere numerose proposte di modifica presentate dalla minoranza.

Nel dettaglio è stato dato il via libera alle zone “a burocrazia zero” (emendamento del gruppo Sdl) con una sperimentazione che può coinvolgere tutti i Comuni dell’Isola e non solo quelli montani come inizialmente previsto, nonché un emendamento del centrodestra (primo firmatario Gianni Tatti dell’Udc) che punta alla promozione di ogni azione necessaria per favorire percorsi di sostegno per contrastare lo spopolamento e la disoccupazione nelle aree interne.

Con un’altra norma viene stabilito che i centri facenti parte di una Unione di Comuni, il cui territorio coincide integralmente con quello di uno o più isole, costituiscono “sub ambiti territoriali”. Le Unioni dei Comuni, inoltre, assurgono a enti locali con autonomia normativa, organizzativa, finanziaria e hanno potestà statutaria e regolamentare. Tutti i Comuni della Sardegna hanno l’obbligo di associarsi in Unione, salvo quelli facenti parte della Città metropolitana di Cagliari e le città medie.

Le Unioni di Comuni sono costituite da quattro o più Comuni contermini, con popolazione complessiva non inferiore a 10.000 abitanti. Entro 90 giorni dall’approvazione del piano territoriale, i Comuni non appartenenti a Unioni devono aderire ad una Unione di Comuni già esistente. Secondo l’emendamento, poi, le comunità montane sono equiparate alle Unioni di Comuni e adeguano il loro statuto e i regolamenti alle disposizioni della legge entro 90 giorni dall’entrata in vigore. I lavori dell’Aula riprenderanno questo pomeriggio alle 16.

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