Riforma della sanità, i sindacati degli infermieri divisi sul disegno di legge della Giunta

I sindacati degli infermieri hanno espresso opinioni divergenti sulla proposta di riforma della sanità avanzata dalla Giunta Todde. Le differenze sono emerse oggi durante le audizioni in Commissione sanità del Consiglio regionale per fare il punto sul disegno di legge per la riorganizzazione del sistema sanitario. Nella giornata di oggi, il parlamentino presieduto da Carla Fundoni (Pd) ha ascoltato i rappresentanti dei sindacati degli infermieri. Ieri audizioni con i sindacati (leggi) e delegazioni di medici (leggi).

Le sigle sindacali Cgil, Uil, Nursind e Nursing Up hanno manifestato una netta opposizione al progetto, giudicandolo inadeguato ad affrontare le attuali criticità del sistema sanitario. La segretaria della Cgil, Roberta Gessa, ha sottolineato i rischi di una riforma che, a suo avviso, potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione, già segnata da gravi carenze di personale: “L’Ocse indica in 9 infermieri ogni 1.000 pazienti il numero ideale per un sistema efficiente, mentre in Sardegna la media è poco superiore a quattro. È evidente che così non si può andare avanti”, ha dichiarato.

Anche Fabrizio Anedda (Nursind) e Marino Vargiu (Nursing Up) hanno insistito sul bisogno di aumentare il numero di infermieri, proponendo rispettivamente una revisione del sistema di reclutamento e un piano straordinario di assunzioni. Vargiu ha inoltre messo in evidenza le difficoltà del personale sanitario, in particolare nell’emergenza-urgenza, dove la pressione lavorativa è costante: “Occorre intervenire immediatamente per migliorare le condizioni di lavoro”. Massimo Marceddu (Uil) ha ribadito l’importanza di un rafforzamento del personale, opponendosi alla creazione dei nuovi Centri di assistenza e urgenza (Cau) senza l’assunzione di ulteriori infermieri: “Utilizzare il personale già in servizio nelle Asl sarebbe un errore grave”, ha avvertito.

Di parere opposto, invece, Loredana Scanu (Confsal) e Anna Secci (Fials), che hanno espresso sostegno alla riforma della Giunta e al commissariamento dei direttori generali delle Asl. Le due sindacaliste hanno richiesto un cambiamento deciso nella gestione sanitaria: “Chi ha lavorato male deve essere sostituito. Serve un’inversione di rotta”, hanno dichiarato. Tutti i sindacati concordano sull’esigenza di potenziare la medicina territoriale e di evitare ulteriori accentramenti di poteri in Ares. Tra le proposte discusse, si è parlato anche dell’introduzione della figura dell’infermiere di famiglia, considerata una possibile soluzione per migliorare la qualità dei servizi ai pazienti.

Durante la seduta, non sono mancate le polemiche politiche. Alice Aroni (Misto) e Corrado Meloni (FdI), consiglieri di opposizione, hanno espresso disappunto per il proseguimento delle audizioni su un testo che, secondo loro, è ormai superato: “La Giunta ha annunciato un maxiemendamento che modificherà integralmente la riforma. Non capiamo perché si perda tempo invece di attendere il nuovo testo”, hanno dichiarato. La presidente della Commissione, Carla Fundoni, ha risposto ribadendo la correttezza del metodo di lavoro adottato: “La commissione deve esaminare i documenti depositati e procedere con ordine”.

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