La maggioranza di Francesco Pigliaru non perde pezzi, a differenza di quanto sembrava inizialmente: l’uscita di Rifondazione dalla coalizione di governo è una posizione autonoma del segretario regionale Giovannino Deriu e non riguarda i consiglieri regionali di riferimento, Alessandro Unali e Fabrizio Anedda, eletti nel 2014 in quota Prc all’interno del cartello Sinistra sarda, cioè l’alleanza tra Rifondazione e il Partito dei Comunisti italiani.
A prendere le distanze dalla posizione di Deriu sono gli stessi due consiglieri che in una nota confermano al contrario il “pieno sostegno” a Pigliaru. Anedda precisa ancora: “Ribadisco la mia autonomia nell’aula di via Roma a supporto della coalizione e del presidente. Il mio operato politico è distante dalle azioni condotte dal Prc e dal suo segretario”.
Una nota è arrivata anche dall’ufficio stampa della Giunta: “Da mesi – si legge – abbiamo già preso atto che il segretario di Rifondazione comunista non si ritrova più in questa maggioranza e con questa Giunta. Ricordiamo simili esternazioni già qualche mese fa e ci rammarica che non si sia reso conto di quanto si sta facendo, seppur con fatica per la situazione certamente non facile, per quelle categorie che si ritengono, erroneamente, patrimonio solo di una parte”. Dal palazzo di viale Trento hanno aggiunto: “Risolvere rapidamente i problemi dei sardi sta a cuore a tutti, nessuno escluso. E sottrarsi al confronto in maggioranza non aiuta certamente il dialogo costruttivo”. Quindi il passaggio finale: “Spiace che forze politiche ritornino a una idea antagonista, preferendola alle responsabilità e alle fatiche di un governo di coalizione”.
A stretto giro è arrivata la controreplica di Deriu. “Il Presidente della Regione sostiene che io mi sottraggo al confronto. È vero esattamente il contrario. Ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla ed egli potrà confrontarsi con i due neo-iscritti al partito del professore. Immagino confronti di altissimo livello nell’esclusivo interesse delle masse popolari sarde. Non voglio pensare che il Prof. Pigliaru intenda continuare a tutelare piccole e grandi rendite di posizione e a rafforzare vecchie oligarchie. Non lo voglio pensare. Voglio almeno pensare che il Presidente metta da parte la sua supponenza e la smetta di umiliare la politica offendendo la dignità di partiti che hanno concorso, ahimè, alla sua elezione”.