Consiglio regionale, piccoli mal di pancia bipartisan

Seduta segnata dai mal di pancia in Consiglio che ha eletto l’Ufficio di presidenza. Entrano Lai (Sel), Peru (Fi), Unali (Sinistra Sarda), Manca (Soberania) e Forma (Pd).

La seconda seduta del Consiglio regionale non è durata neanche due ore, ma i mal di pancia l’hanno fatta da padrone. Tanto in maggioranza quando nell’opposizione di centrodestra. A dividere al loro interno gli schieramenti, è stata l’elezione dell’Ufficio che affiancherà Gianfranco Ganau: due vicepresidenti, tre questori e un segretario d’Aula. Nell’ordine: Eugenio Lai (Sel), Antonello Peru (Forza Italia), Alessandro Unali (Sinistra Sarda), Piermario Manca (Soberania e indipendentzia) e Daniela Forma (Pd).

I cinque scrutini sono cominciati poco dopo le 10,30, e già le assenze risultate con l’appello di inizio seduta hanno fatto capire che qualcosa non andava. Quanto al centrosinistra, mancavano in due: Anna Maria Busia (Centro democratico, Cd), arrivata solo alla fine dei lavori, e Paolo Zedda (RossoMori). Così Eugenio Lai, neovicepresidente in quota maggioranza, ha incassato 33 preferenze sulle 36 che conta la coalizione di governo. Il terzo voto mancante è però solo garbo istituzionale: Ganau, visto il suo ruolo di garante dell’Assemblea, ha optato per la scheda bianca. E l’ha pure detto ufficialmente.

Il copione si è ripetuto più o meno identico per Peru: in minoranza non solo era assente Michele Cossa (Riformatori), ma alla vicepresidenza dell’azzurro non hanno dato l’ok anche altri due consiglieri (sui 23 presenti). Uno è con certezza Mariolino Floris (Uds) che non si è nemmeno mosso dal suo banco per andare a mettere la scheda nell’urna.

Ancora più ricca di retroscena l’elezione dei tre questori, su cui si potevano esprimere sino a due preferenze per volta. Ci si aspettava quindi che l’intero centrosinistra votasse compatto l’abbinata Unali-Manca. Invece in tre schede, che vengono collegate alla maggioranza, è stato scritto Manca-Oppi, permettendo al leader dell’Udc di raccogliere 24 preferenze totali, malgrado le defezioni interne al ‘suo’ centrodestra. Unali, comunque, ha preso più voti di tutti, arrivando a quota 31. A Piermario Manca, invece, sono state annullate due preferenze perché non erano specificate le iniziali del suo nome, quindi poteva essere confuso con il consigliere del Pd, Gavino Manca.

La seduta si è chiusa con l’elezione del segretario d’Aula che vale lo strappo più importante della giornata e, soprattutto, spiega l’assenza della Busia. La quale fin dai giorni scorsi era tra i papabili per l’Ufficio di presidenza, prima come vice di Ganau e poi appunto come segretario d’Aula. Ma adesso trapela che il Centro Democratico non ha mai accettato né l’una né l’altra soluzione, preferendo la guida di una commissione che invece non è stata accordata. Non ancora, almeno.

Di certo, i margini per una trattativa ci sarebbero, specie adesso che come segretario dell’Aula è stata eletta Daniela Forma (Pd), con 32 voti, specchio di un ulteriore scossone dentro la maggioranza. Ma se le diplomazie si metteranno in moto, potrebbe succedere che il Partito democratico, per compensazione, ceda al Cd una delle 4 presidenze. La Busia, avvocatessa di Cagliari, è esplicita: “La posizione del Centro Democratico – spiega – non è un mistero. Nelle riunioni che si sono tenute nei giorni scorsi, abbiamo più volte invitato il Pd a fermarsi a tre presidenze, ma la nostra posizione è rimasta inascoltata”.

La Busia fa anche una sottolineatura politica: “Al tavolo di coalizione abbiamo motivato la nostra scelta col fatto che è nelle nostre corde un ruolo più operativo, come la guida di un organismo consiliare, che non la rappresentanza nell’Ufficio di presidenza, una funzione più da cerimoniale e, guarda a caso, cortesemente riservata alle donne. Per quel che mi riguarda, io preferisco utilizzare tutto il mio tempo per contribuire, umilmente, al lavoro di Aula ed eventualmente di commissione, al fine di proporre azioni concrete per risolvere i problemi quotidiani dei sardi. E non posso non rimarcare l‘evidente miopia della solita politica maschile, una costante diventata sì percezione collettiva ma non ancora cultura del cambiamento. Tanto che nel voto di oggi è perfino emerso un anacronistico trasversalismo che premia solo le logiche delle poltrone, e non i bisogni dei cittadini”.

Il Consiglio è nuovamente convocato per il 2 aprile, sempre alle 10,30: all’ordine del giorno le dichiarazioni programmatiche del presidente Francesco Pigliaru, il quale ha preferito non commentare i mal di pancia che oggi hanno animato la seduta.

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

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