L’incompatibilità tra Reis (Reddito di inclusione sociale) e Reddito di cittadinanza rischia di mandare in tilt gli ingranaggi delle amministrazioni locali. Dopo la comunicazione dell’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, sull’impossibilità di accumulare le due misure di sostegno al reddito, il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha scritto all’esponente della Giunta, in rappresentanza di numerosi sindaci e operatori sociali dei Comuni, per cercare di trovare una soluzione ed evitare un blocco del sistema. Per prima cosa Deiana ricorda che il Reis che le amministrazioni stanno gestendo è una coda dei programmi e dei progetti dell’anno scorso e fanno riferimento alle linee guida deliberate dalla Giunta. In quel momento ” non c’era incompatibilità con il Rei nazionale ma complementarietà e integrazione”.
Davanti alla possibilità di adeguare le linee guida del 2018 o portare a termine i programmi, l’Anci punta dritto verso la seconda ipotesi “per non sospendere le erogazioni”. Deiana motiva la scelta prima di tutto per un carattere puramente tecnico: “La regola si è stabilita con le linee Guida del 2018 e modificarle in corso d’opera ingenera più problemi di quanti nel risolverebbe. Inoltre, i soggetti beneficiari hanno presentato le dichiarazioni Isee riferite all’anno 2017, quando il Reddito di cittadinanza non era nemmeno stato formalizzato come proposta di legge, almeno nell’attuale formulazione”.
L’associazione dei Comuni chiede all’assessore Nieddu una clausola transitoria in cui si preveda che il Reis 2018 “non possa più essere richiesto da una certa data in poi. Il beneficiario potrà scegliere di continuare a percepirlo fino a dodici o diciotto mesi, oppure chiedere il Reddito di cittadinanza”. Si deve stabilire, intoltre che le due misure cumulate “non devono superare la soglia di 800 euro mensili che possono essere 900 in caso di presenza nel nucleo familiare di una persona non autosufficiente”.
Infine, per il 2019, il presidente dell’Anci chiede che le risorse del Reis continuino a essere gestiti dai Comuni e non dai Plus (Piani per i servizi alla persona) ai quali nel caso le amministrazioni possono decidere di delegare.