Regionali, scontro nel centrodestra. FdI: “Il candidato è Truzzu”. Ma dopo la Lega anche Forza Italia sostiene gli ‘uscenti’

di Andrea Tramonte

La coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, la senatrice Antonella Zedda, ha risposto a muso duro alla Lega che oggi ha sconfessato la decisione del tavolo cagliaritano – favorevole alla candidatura di Paolo Truzzu per il centrodestra – e ha insistito sulla conferma di Christian Solinas con la minaccia di riaprire tutte le partite in vista delle Regionali. Zedda ha detto: “Il candidato è Truzzu. Se Lega e Psd’Az vogliono tagliare i ponti con il centrodestra facciano pure”. La questione è delicata e si può provare a sintetizzare così: il tavolo regionale ha votato a larga maggioranza per il sindaco di Cagliari, chiedendo discontinuità (almeno sul nome del candidato, perché l’azione della Giunta è stata condivisa da tutti i partiti della coalizione in questi cinque anni); Lega e Psd’Az non accettano il risultato del tavolo e rimandano la decisione a un vertice nazionale, con la questione sarda che rientra in una partita più ampia delle competizioni Regionali nel corso del 2024; insistono su Solinas perché – dicono – altrimenti bisogna ridiscutere anche gli altri candidati, sottolineando come due uscenti su quattro siano di Forza Italia; il partito fondato da Silvio Berlusconi ha paura di perdere posizioni e nonostante al tavolo cagliaritano abbia dato parere favorevole alla designazione di Truzzu, a livello nazionale Tajani si era espresso per la continuità, guardando a Basilicata e Piemonte; ma può ora un eventuale accordo nazionale disconoscere la decisione del tavolo sardo?

FdI sostiene che la partita è chiusa. “Sia chiaro, il nome di Paolo Truzzu come candidato per il centrodestra sardo è ufficiale da ieri”, ha dichiarato Zedda all’Ansa. E anche Gianni Lampis, ex assessore all’Ambiente della Giunta Solinas, oggi deputato e ieri presente al tavolo, ha ribadito: “Il centrodestra sardo  ha scritto un nuovo corso della politica regionale, segnando un cambio di passo. Paolo Truzzu sarà il presidente dei sardi scelto dai sardi”. Poi anche Antonello Peru di Sardegna al Centro 20 Venti ha dichiarato chiusa la partita: “Il tavolo sardo ieri è stato determinante nell’assumere una decisione in piena autonomia e a larghissima maggioranza. I sardi sono maturi per scegliere da soli chi debba essere il candidato, senza imposizioni da nessuno e senza tener conto di ripartizioni che niente hanno a che vedere con la Sardegna. Quella di ieri è stata una giornata per certi versi storica perché per la prima volta hanno deciso i sardi, ora niente e nessuno può modificare quella scelta che ormai deve essere considerata come ufficiale e definitiva”. Nessun tavolo nazionale può “ribaltare il risultato”, insomma, e la candidatura di Truzzu è sicura.

Però la giornata politica ha segnalato anche una assenza: quella di Forza Italia, che è rimasta silenziosa rispetto allo scontro frontale tra Lega e FdI. Fino alle dichiarazioni del portavoce e vicepresidente vicario dei deputati, Raffaele Nevi, all’Agenzia Nova. “È evidente che c’è una dinamica locale, adesso saranno i leader nazionali del centrodestra a dover dire l’ultima parola. Ascoltare il territorio è sicuramente importante, dopodiché occorrerà soppesare tutti gli elementi, sentire Solinas ed arrivare alla fine ad una decisione”. Il parlamentare di Forza Italia specifica: “Il principio è che, salvo casi eccezionali come quello della Sicilia, un presidente di Regione al primo mandato si conferma. Dal canto suo, il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha sempre avuto una grande attenzione per il territorio. La forza del centrodestra è proprio l’unità della coalizione ed è importante che soprattutto nelle elezioni a turno unico ci sia la massima compattezza: principio, questo – ha concluso Nevi – su cui noi di Forza Italia da sempre siamo particolarmente sensibili”. Quindi anche per Forza Italia la decisione dovrà passare per un accordo tra i leader nazionali. Che sia un modo per far pesare eventuali rinunce e cercare di difendere quello che si può difendere sapendo di dover comunque poi cedere – il peso di FdI è quasi il doppio di Lega e Fi messi insieme, ormai – è possibile. Tattica quindi. Ma qualunque sia la scelta finale, potrebbe avere conseguenze sulla tenuta della coalizione nell’Isola. In un modo o nell’altro.

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