Cosa l’ha spinta a candidarsi al Governo della Regione? E se verrà eletto quale sarà il primo provvedimento da Presidente che la differenzierà dagli altri suoi sfidanti?
MASSIMO ZEDDA. La mia candidatura è frutto di un percorso collettivo, nato dalla richiesta di tanti sindaci, amministratori locali, cittadine e cittadini esponenti di mondi diversi, di mettermi a disposizione della Sardegna e dei sardi. Noi sindaci – perché io così mi presento – conosciamo più di tutti le potenzialità e le possibilità dei territori. Da questa esperienza nasce il primo punto del nostro programma: la riforma della Regione è fondamentale per avere una Sardegna pronta alle sfide con l’Europa e con il mondo. Le leggi che regolano le deleghe assessoriali e la macchina amministrativa sono di 40 e 20 anni fa. Per generare a cascata sviluppo e lavoro serve una Regione che deleghi servizi, risorse e personale agli Enti locali, che stia accanto ai Comuni con più funzioni di indirizzo e controllo e meno di gestione.
CHRISTIAN SOLINAS. In questi cinque anni la nostra Regione è stata governata in modo approssimativo e superficiale. È mancata una visione generale di sviluppo e i progetti portati avanti sono stati assolutamente inefficaci, nella sanità come nei trasporti, ma anche agricoltura, industria e turismo hanno risentito di un’inerzia significativa finendo nel pantano della peggiore politica. Bisogna cambiare, subito, a cominciare da una riforma sanitaria scellerata che smantella gli ospedali, senza tenere conto dei sardi. Poi, l’emergenza lavoro: va affrontata subito con risposte immediate e concrete. Nei primi sei mesi di governo attueremo con un Consiglio compatto scelte strutturali importanti.
FRANCESCO DESOGUS. Lo spirito di servizio. Sono un attivista del Movimento da anni, penso che arrivati ad un certo punto ci si debba mettere in gioco e io l’ho fatto. Ho la fortuna di essere sostenuto da tantissimi attivisti in tutta l’isola: sono loro la mia vera forza. Sul mio primo provvedimento non ho alcun dubbi: tagliare i vitalizi agli ex consigliere regionali. Sono una vergogna cui centrodestra e centrosinistra non hanno voluto mettere mano. Noi lo faremo. Immediatamente.
ANDREA MURGIA. Mi sono candidato perché credo in un progetto sostenuto con entusiasmo dalle persone che mi hanno scelto. Credo sia importante dimostrare che il movimento autonomista e indipendentista ha titoli e competenze per governare la Regione, senza dipendere da nessuno perché la classe politica italiana ha fallito. Nella prima riunione di Giunta, lavoreremo immediatamente a un bando per la continuità marittima per eliminare l’attuale monopolio che ci tiene ostaggi. Pubblicheremo un bando sul risparmio energetico con l’obiettivo di ristrutturare almeno 50.000 case private. Avvieremo le procedure per un grande progetto di infrastrutturazione ambientale delle zone interne, dove Forestas farebbe accordi per co-gestire il trenino verde e, a livello comunale, tutelare il territorio e produrre energia rinnovabile. Finanzieremo immediatamente i 1700 giovani agricoltori truffati da un bando farlocco. Daremo il via a un percorso finalizzato alla gestione integrata dei servizi museali e bibliotecari. Finanzieremo la borsa di studio per i 345 medici specializzandi che sono costretti ad andare in continente per completare gli studi.
PAOLO MANINCHEDDA. In settant’anni di autonomia abbiamo provato a cambiare la Sardegna per parti. Ma non si cambia a piccoli passi. Abbiamo organizzato le Primarias, chiedendo ai cittadini di fare una scelta sulla nazione sarda e sul candidato alla presidenza che avrebbe dovuto rappresentare questa opzione politica. La scelta è ricaduta sul mio nome ed è un onore poter affrontare una sfida con un obiettivo chiaro: si deve prendere atto che senza i poteri necessari al nostro sviluppo non riusciamo a guardare al futuro della nostra isola. Serve una rivoluzione intelligente.
VINDICE LECIS. Era necessario e doveroso rispondere a una proposta di candidatura arrivata dalle forze che compongono Sinistra sarda. Non si poteva privare la rappresentanza di valori e programmi quell’elettorato che voleva combattere efficacemente l’avanzata della destra con proposte del tutto nuove rispetto a quelle formulate dallo schieramento coagulato attorno a Massimo Zedda. Non si può infatti arginare l’avanzata del centro destra con gli stessi uomini – persino 4 assessori regionali uscenti – le stesse politiche, gli stessi programmi che ne hanno consentito la crescita rigogliosa. Serve una svolta. E questa sarà ben rappresentata dal mio primo atto di governo: il varo di un piano straordinario per l’occupazione che possa creare lavoro produttivo, qualificato ed equamente retribuito a migliaia di sardi.
MAURO PILI. La sfida di Sardi Liberi è la più imponente assunzione di responsabilità del Popolo Sardo nel governo della Nazione Sarda. La mia candidatura nasce da una convergenza di forze identitarie, indipendentiste e sardiste. È la prima volta che schieramenti diversi, alle ultime regionali contrapposti, fanno tutti insieme un passo in avanti per unire le energie e le progettualità per una grande sfida tutta sarda di libertà e sviluppo. Tutti i partiti italiani senza distinzione hanno fatto prevalere gli interessi italiani e di lobby e potentati: sono tutti nemici della Sardegna. Nei primi dieci giorni di governo proporremo un piano urgente di abbattimento delle liste d’attesa, l’avvio dei cantieri h24 sugli interventi infrastrutturali urgenti, l’erogazione di tutti i pagamenti arretrati di fondi comunitari nell’ambito agricolo e produttivo e la definizione immediata dell’accordo con le compagnie low cost per la sottoscrizione di intese co-marketing prevedendo una variazione di bilancio fino al concorso di 100 milioni di euro.