Ha attaccato il suo intervento, alla Fiera di Cagliari (nella foto), con una bocciatura della riforma sanitaria e ospedaliera. Christian Solinas, candidato presidente del centrodestra, lo ha detto subito: “Cancelleremo quello che ha fatto il centrosinistra e abrogheremo l’Ats. Dovunque sono andato mi hanno chiesto discontinuità. Questa riforma è stata vissuta in maniera drammatica, le liste d’attesa sono aumentate. Ad oggi si aspettano 251 giorni per una mammografia, è vergognoso. A meno che che non paghiate”.
Il senatore e presidente del Psd’Az è partito dunque dall’assistenza sanitaria per chiudere la sua campagna elettorale. “Noi – ha aggiunto – abbiamo un’idea di sanità diversa: al centro persone e territori. L’aumento della cronicità richiede la valorizzazione dei territori: noi vogliamo domiciliarizzare il più possibile. Non è solo un problema dei piccoli ospedali. Anche i grandi ospedali hanno sofferto: il Brotzu è stato sottoposto a un trattamento inqualificabile, è stata offesa la dignità del personale medico e paramedico”.
Davanti a lui un migliaio di persone, Solinas ha poi continuato sul lavoro. “Occorre ripartire – ha detto – da un nuovo modello di sviluppo assente in questi ultimi anni; si devono rimuovere gli svantaggi strutturali, vogliamo partire alla pari con le altre regioni d’Italia e d’Europa. Perché se partiamo alla pari, la partita ce la giochiamo”. Solinas ha tirato in ballo anche il turismo culturale e Stonhenge (città inglese del Neolitico che ha i megaliti): “Noi abbiamo Barumini – ha proseguito -: un esempio riuscito di valorizzazione che ha creato numeri da record e occupazione. Ma quante Barumini non valorizzate ci sono in Sardegna?”.
Una frecciatina al suo rivale del centrosinistra Massimo Zedda. “Ecco l’uomo invisibile – ha detto riferendosi all’appellativo coniato dal sindaco di Cagliari su Solinas -: in realtà se non mi ha visto è perché ero in giro per parlare con i sardi. Che dappertutto mi hanno chiesto discontinuità”. L’edilizia? “Dagli anni Cinquanta e Sessanta ci sono volumetrie non più adatte alla domanda dell’industria vacanziera. Quindi è giusto che si possano riqualificare, non si può aver paura di fare domande e stare magari anni ad aspettare. Questa sarà una Regione dei ‘sì’. Di ‘no’ ne abbiamo già sentito abbastanza”.