“Nel programma del Partito Democratico c’era scritto che era necessario superare il jobs act. E non era una resa dei conti con il jobs act, era la presa d’atto che la competizione tra i Paesi, basata sul contenimento del costo del lavoro e sulla flessibilizzazione del lavoro non era più una strategia perseguibile. Per una ragione molto semplice, di cui forse dovremmo tener maggiormente conto: si chiama crisi demografica. Ogni 10 persone che vanno in pensione ne entrano soltanto sei nel mondo del lavoro. Questo significa che nei prossimi anni noi avremo una competizione tra i Paesi industrializzati per cercare di attrarre la forza lavoro qualificata che è in grado di mantenere in piedi alcune filiere”. Lo ha detto l’ex ministro del Lavoro e responsabile Politiche industriali Pd, Andrea Orlando, in una conferenza stampa a Cagliari nella sede del partito regionale in occasione della nona tappa in Sardegna del Viaggio del Pd nelle realtà industriali.
“Quando è iniziato il flusso migratorio noi dicevamo una cosa ancora vera oggi, se se ne andassero i migranti noi avremmo gli anziani soli. Poi abbiamo iniziato a dire se se ne andassero i migranti avremmo il settore dell’agricoltura che si blocca. All’inizio di questo secolo si è cominciato a dire – aggiunge Orlando – se se ne andassero i migranti ci sarebbero settori come i servizi e il turismo che si bloccano. E adesso il problema comincia a riguardare anche l’industria, e anche quella più evoluta, cioè anche l’industria meccanica. Il lavoro andrà dove ci saranno condizioni migliori dal punto di vista dei salari e dal punto di vista delle tutele. Non siamo in grado di creare tutele e salari adeguati ad attrarre forza lavoro in ambiti nei quali la forza lavoro sarà un bene scarso, che sarà conteso tra Paesi industrializzati. Questo è un punto fondamentale. La qualità della manodopera – conclude l’ex ministro dem – dipende dal tipo di offerta di lavoro, dal tipo di tutele che tu dai a chi arriva e dai salari che riconosci”.