Big in Sardegna in vista del voto del 4 dicembre, quando gli italiani sono chiamati a decidere sulla riforma della Costituizione. A Cagliari c’è il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio che sostiene il Sì; a Sassari la tappa di Stefano Parisi, l’ex candidato a sindaco a Milano e schierato per il No.
“I cittadini cominciano a interessarsi del quesito, e questo è molto importante perché la scheda non ti chiede di esprimerti sulla legge elettorale, ma cosa pensi del bicameralismo perfetto che esiste solo in Italia, della confusione delle competenze tra Stato e Regioni”. Così Delrio che a Cagliari ha illustrato gli interventi sul trasporto ferroviario dopo la firma del Patto per la Sardegna. “Ho fiducia che gli italiani capiscano il merito della questione – ha precisato -: speriamo che non ci sia troppa confusione visto che gli appelli per il no dicono mandate a casa Renzi, ma per questo l’occasione sono le elezioni, non il referendum sulla costituzione che è la cosa più preziosa che abbiamo”.
Quindi l’affondo contro il fronte del No: “Se vince il no il Governo deve prendere atto che una sua importante proposta di semplificazione e di ammodernamento del Paese non è andata a buon fine, e quindi, bisognerà rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. Poi – ha concluso – sarà Sergio Mattarella a decidere il da farsi”.
Così Parisi, manager, ex direttore di Confindustria e leader di “Energie per l’Italia”, il movimento da lui fondato dopo il risultato alle amministrative di Milano. Parisi è considerato da molto il nuovo leader del centrodestra nazionale: , sta intervenendo a Sassari, unica tappa sarda del suo tour referendario che lo sta portando in giro per l’Italia. “Questa riforma rischia di gettare in confusione ulteriore le nostre istituzioni e toglie autonomia alle Regioni e ai territori. Le riforme vanno fatte con il consenso del popolo e non in un Paese spaccato: non abbiamo bisogno di uno Stato centrale inefficiente che avoca a sé tutti i poteri”. Parisi aggiunge: “Una conferma di quanto dico arriva dalla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato una legge centralista, quella sulla pubblica amministrazione, propria di uno Stato che vuol decidere anche come i territori devono scegliere i propri amministratori”.
Parisi ha fatto quindi un passaggio sul proprio movimento: “Siamo nati da una settimana, stiamo parlando in giro per l’Italia di contenuti concreti e raccogliamo il consenso e l’entusiasmo di tanti che non andrebbero mai a una riunione di partito, ma vengono per ascoltarci e dare il loro contributo”. Ancora: “Il nostro movimento va al di là dei partiti, che in futuro non esisteranno più. Noi stiamo costruendo un programma dal basso, a partire dai bisogni e dalle istanze dei territori. Il nostro intendo è raccogliere le adesioni di tutta l’area moderata, popolare e riformista del centrodestra ha perso 10 milioni di voti: bisogna recuperare i tanti insoddisfatti. Noi siamo un’alternativa a Renzi e a Grillo”.