Referendum, Boschi nell’Isola: “Riforma mette al sicuro le Regioni speciali”

“Se vincerà il avremo un’Italia più semplice e più giusta e un Parlamento in grado di avere tempi più certi e dare risposte concrete ai cittadini”. L’ha detto oggi a Sassari il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, partecipando a una convention organizzata dal Comitato territoriale per il Sì al referendum costituzionale di domenica prossima. “Ridurremmo di un terzo il numero dei parlamentari e ridurremmo il costo di alcuni enti ormai inutili, come il Cnel – ha sottolineato il ministro – e ci sarà anche un nuovo rapporto tra Stato e Regioni, senza confusione e sovrapposizione delle competenze e senza che venga in messa in discussione la forza delle Regioni a Statuto speciale, come sostengono sbagliando i sostenitori del no”.

Per la Sardegna e per le altre Regioni a Statuto speciale non c’è il rischio di una perdita di autonomia“, ha proseguito Boschi. “Viene salvaguardata la specialità, e questa è una delle principali critiche di chi vota no”, spiega Boschi. “Viene salvaguardato anche il principio per cui determinati provvedimenti, a iniziare dalle modifiche statutarie, passeranno dall’intesa con le Regioni a Statuto speciale, ma vivere in un Paese che funziona meglio è un vantaggio per tutti i cittadini, indipendentemente dalla Regione in cui abitano”. Per il ministro “avere risposte in tempi rapidi, avere meno sprechi e meno costi, credo sia un vantaggio per i cittadini di ciascuna Regione senza che vengano messe in discussione alcune peculiarità di alcune Regioni e della loro storia”.

“La partita vera è quella che si chiude negli ultimi tre giorni, visto che c’è il 20% di indecisi da convincere. Chiedo l’ultima fatica e impegno per non mollare proprio ora, e a chi non ci ha dato una mano dico ‘ce la dia adesso’ perché è più fresco”, ha detto Boschi questo pomeriggio a Cagliari nella seconda tappa in Sardegna del tour per il Sì al Referendum del 4 dicembre. “Bisogna provare a convincere chi è ancora indeciso: cioè un italiano su 5 – ha aggiunto – fondamentale è parlare con le persone e stare in mezzo alla gente: cercare di spiegare le ragioni di una riforma discussa per oltre 30 anni e che, finalmente, è ad un momento decisivo”. Il ministro ha concluso sollecitando i sostenitori del Sì ad essere “molesti con educazione nei confronti del nostro prossimo”. “C’è chi sta chiedendo di votare con la pancia e non con la testa, mentre io credo che si debba votare con la testa e con il cuore”, ha proseguito. “Bisogna tenere fuori dalla scheda quello che non c’è – ha aggiunto – non è in ballo del futuro del Governo, del Pd o mio, ma quello dell’Italia. Chi sta bene vota No, mentre chi pensa che le cose potrebbero andare meglio vota Sì e decide di accettare la sfida”.

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