Il reddito di inclusione sociale è legge. Con 30 voti favorevoli e 18 astenuti passa in Consiglio regionale la proposta di legge di Sel che istituisce il Reis (Reddito inclusione sociale) come misura di contrasto all’esclusione sociale e alla povertà. Il provvedimento – approvato col titolo “Reis. Fondo regionale per il diritto di inclusione sociale – Agiudu torrau” – prevede l’erogazione di un sussidio economico condizionato allo svolgimento di un progetto di inclusione attiva. I beneficiari devono essere residenti nell’Isola da almeno sessanta mesi. Inoltre, i nuclei che accedono al reddito partecipano a percorsi di politiche attive del lavoro e di emancipazione programmate negli Uffici. Se si tratta di minori, occorre che frequentino la scuola fino ai 18 anni. In caso di maggiore età, non devono rifiutare più di due offerte lavorative congrue. L’inosservanza di questi requisiti determina la sospensione dell’erogazione per un anno. Sarà comunque la Giunta a stabilire entro 60 giorni dall’entrata in vigore le linee guida sui criteri e le modalità di ripartizione degli stanziamenti. A disposizione nel bilancio della Regione ci sono 30 milioni di euro all’anno per tre anni. Soddisfazione da parte del proponente Luca Pizzuto (Sel) che ha dedicato la legge “a Luigi Cogodi che nel 1994 aveva fatto approvare il Piano straordinario per il lavoro”. Tra gli astenuti anche Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) che in merito al provvedimento in questione ha parlato di “elemosina di Stato”.
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