“Vogliamo una nuova classe politica, onesta, responsabile e competente”: è l’auspicio del segretario generale della Cgil Michele Carrus, che sottolinea l’urgenza di aprire una riflessione morale, per ricondurre la gestione della cosa pubblica al rispetto dei valori essenziali della trasparenza, delle regole e dello spirito di servizio verso la collettività.
Nell’editoriale del giornale Cgil L’Altra Sardegna, il segretario generale fa riferimento alle inchieste giudiziarie che stanno mettendo in luce “un operato sconcertante di una parte della classe politica sarda”. Carrus sottolinea che “l’accertamento delle responsabilità penali spetta alla magistratura” ma che, allo stesso tempo, “è impensabile andare avanti come se niente fosse di fronte alla fortissima richiesta di cambiamento che arriva dai cittadini”.
“Alcuni fatti mostrano purtroppo che una parte rilevante della classe politica, senza voler generalizzare, ha del potere una visione del tutto personale, molto distante dai reali bisogni dei cittadini, piuttosto inetta quanto a competenze e capacità e persino, ormai, al di sotto di ogni sospetto quanto a rettitudine e sobrietà”.
Da qui l’auspicio: “Vorremmo che l’attuale fase politica diventasse come uno spartiacque, anche rispetto alle prassi del ventennio berlusconiano, e pensiamo che sia ancora possibile affidare il governo della Regione a una classe dirigente onesta, responsabile e competente ma siamo convinti che, per farlo, tutte le forze politiche debbano mettere subito all’ordine del giorno una questione morale evidentemente finita in secondo piano”. Inevitabile il riferimento al “predicato dell’austerità di un grande sardo come Enrico Berlinguer, che ritorna prepotentemente attuale”.
E ancora, il segretario aggiunge che “di fronte ai dati economici che rivelano un peggioramento della crisi nel 2014, occorre riflettere e scegliere bene chi rappresenterà gli interessi generali e le istanze dei sardi: in una fase di grave disagio sociale e di scadimento politico possono farsi avanti forze improvvisate, oppure affermarsi pulsioni demagogiche, quelle che in genere propongono facili e accattivanti scorciatoie alla soluzione di problemi complessi, che poi si rivelano semplicemente sbagliate e forse persino distruttive”. Anche per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil si sono mobilitate, prima con l’assemblea dei quadri e delegati alla Fiera di Cagliari il 23 ottobre scorso e il prossimo 15 novembre con lo sciopero generale di 4 ore, per cambiare la politica economica del governo nazionale.