Quartu, Marini (Riformatori) si dimette e attacca la Giunta Delunas

“Oggi ho rassegnato le mie dimissioni dal Consiglio comunale, assolvendo all’impegno che avevo volontariamente assunto con i miei elettori quando mi è stata affidata la responsabilità di guidare la coalizione liberale, riformatrice e identitaria. Una scelta che faccio, dopo 14 anni dalla mia prima elezione, serenamente e convintamente perchè questo è il mio contributo, forse il più concreto, al rinnovamento della politica cittadina”. Così Gabriele Marini, coordinatore del collegio di Cagliari dei Riformatori, uno dei candidati sindaco alle recenti amministrative, poi schieratosi con il sindaco eletto Stefano Delunas.

“Le vicende che in Consiglio comunale sono seguite all’esito elettorale – osserva Marini – non possono sfuggire ad una doverosa analisi politica anche perché non farlo sarebbe una grave omissione a danno dei cittadini quartesi. La scelta della coalizione guidata dai Riformatori di stipulare un accordo pubblico con la coalizione di centrosinistra e il suo candidato, non l’abbiamo valutata come il male minore, ma la modalità più efficace del nostro impegno per costruire il futuro di Quartu. Con questo accordo abbiamo voluto affermare la nostra influenza programmatica per modificare la realtà politica quartese, attraverso un rapporto chiaro con le altre forze politiche improntato a lealtà e rigore reciproco. Questo accordo ha consentito l’elezione a sindaco di Stefano Delunas. A questo punto si sono interrotti, non per nostra responsabilità, i rapporti politico-programmatici con il sindaco e la coalizione di centrosinistra ma, quel che è peggio, anche tra il sindaco e la sua coalizione. Vi è stata una sospensione del processo democratico, uno strappo unilaterale ad un percorso che naturalmente avrebbe dovuto portare la maggioranza, intorno a un tavolo di discussione”.

“Le chiavi per avviare questa amministrazione sono in mano al sindaco, alla sua coalizione, al partito di maggioranza e a nessun altro. A loro compete la responsabilità di mettere in moto la macchina – conclude Marini – o viceversa restituire le chiavi agli incolpevoli elettori quartesi”.

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