Quarant’anni senza Berlinguer, convegno a Sassari. Giovanna Botteri: “Modello difficile da imitare, sentiva e capiva la gente”

di Lorenzo Musu

La storia di un politico che è riuscito ad influenzare le generazioni e l’informazione negli anni. A Sassari città natale di Enrico Berlinguer, l’evento “La lezione della storia – 40 anni senza Berlinguer”, promosso dalla Regione con la media partnership di La Nuova Sardegna, Sae Sardegna e Sardinia Post.

Giuseppe Mascia, sindaco di Sassari, ha aperto l’incontro. “Non è scontato portare così tante persone insieme. Iniziative così fanno bene alla città, speriamo che sia solo il primo di tanti confronti. Solo attraverso il dialogo si può giardare avanti con speranza e concretezza. Di pace e Berlinguer bisognerebbe parlarne soprattutto nelle scuole. La grandezza di figure come le sue sta nel fatto di aver visto con grande anticipazione e radicalità alcune delle questioni ancora presenti nella società attuali. Hanno pensato l’avvenire del nostro paese. In qualche modo credo che ci sia bisogno di discussioni come questa ancora oggi”.

Dopo i saluti, si è parlato di pluralismo nella comunicazione, in un incontro moderato dal direttore editoriale di Sae e direttore di Sardinia Post, Luciano Tancredi. In particolare nel contesto della Rai e della televisione pubblica. Barbara Floridia, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, ha fatto un confronto tra passato e presente. “Oggi è più difficile garantire il pluralismo. Nel passato c’era la suddivisione per reti, un’intuizione per garantire la molteplicità di voci, di aree e partiti ideologiche differenti. Oggi, anche se si volesse mantenere una divisione di reti, non sarebbe possibile per le varie realtà esistenti. Adesso è cambiato il contesto, si lavora per generi, in modo orizzontale. Questo rende molto complicata la pluralità.

Giovanna Botteri, giornalista Rai: “In passato c’era una forte adesione nel racconto che facevamo. Eravamo giornalisti e raccontavamo anche quando ciò che succedeva non ci piaceva, raccontavamo la realtà. La televisione di oggi non racconta il Paese, racconta solo una versione e non va bene. Bisogna rivendicare questo fatto. Quello che esce fuori è un altro da quello comunicato, il paese reale è un altro, un paese fatto di operai che perdono il lavoro, che sta soffrendo, diversamente da quanto detto oggi nella televisione pubblica”.

Anche Maurizio Mannoni, giornalista ed ex conduttore Rai, è intervenuto sull’ evoluzione della Rai. “Prima ci si sfidava sul prodotto. Nel Tg3 dei miei tempi nasceva una generazione di giornalisti che portava innovazione, questo adesso non c’è più. Il problema non è ‘Telemeloni’ Mancano le idee. C’era bisogno di creare nuovi programmi, anziché fare piazzapulita di quello che c’era”. Mannoni ha poi ricordato un curioso evento che lo collega a Berlinguer “Siamo stati io e la mia troupe che abbiamo ripreso l’iconica scena in cui Benigni prese in braccio il capo del Partito comunista italiano (Pci)”. E sul suo rapporto con il politico: “Rarissimamente l’ho potuto intervistare. Berlinguer non si prestava a questo tipo di comunicazione, ma anche questo ha contribuito alla creazione del suo mito. Lui pensava, progettava, lavorava con il suo partito”.

Si è parlato anche dell’importanza dei social e su quanto questi hanno influenzato la politica contemporanea. “In passato scendevi in piazza, parlavi con la gente di tutta la nazione”, sostiene Botteri. “Berlinguer sentiva, capiva la gente, e quando andava a parlare sapeva chi rappresentava e per chi parlava. Stare nella piazza virtuale è diverso dallo stare nella piazza fisica, una non esclude l’altra. Ma stare a pochi passi dalle persone è molto importante. Floridia ha invece espresso la sua opinione sul tema della pace, risaltando la figura del politico sassarese nel contributo ad essa. “La pace è nella nostra costituzione, non è una discussione di partito. Giganti come Berlinguer ci ispirano, sono essenziali nell’alzare il livello della nostra azione. È un modello difficile da imitare”.

Subito dopo è stata la volta di Lucia Annunziata, ex presidente della Rai oggi europarlamentare eletta con il Pd, collegata da remoto e intervistata da Manuela Vacca. “Il mio primo ricordo di Berlinguer arriva da quando ero giovane, ne sentivo parlare i miei genitori. Era davvero giovane rispetto agli altri dirigenti politici. Sicuramente la sua figura era considerata in maniera diversa dalle altre. All’inizio, dal movimento del ’68, era visto in maniera molto dubbia, ma col procedere degli anni ’70 ebbe la sua evoluzione con la sua progressiva idea di compromesso storico”.

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