Potrebbe arrivare la proroga per le attuali otto province, visto il disegno di legge approvato ieri dalla Giunta regionale che prevede un dilazionamento dei tempi rispetto all’attuale legge che sulla carta dovrebbe chiudere l’esperienza delle province sarde il prossimo 28 febbraio.
Entro il 30 giugno il Consiglio regionale dovrà approvare la norma di riordino delle autonomie locali, che si sarebbe dovuta varare entro il 31 ottobre, mentre entro il 31 dicembre si dovrà attuare il procedimento di riforma assicurando la consultazione delle popolazioni interessate attraverso i referendum. A fronte di questo e per evitare ricorsi sul fronte costituzionale, la Giunta prevede di mandare a scadenza naturale gli organi eletti democraticamente.
“Vi è l’esigenza di fatto di proporre la proroga di questi termini, il referendum non è messo in dubbio ma è necessario normare perché non si fa a tempo a riordinare tutti gli enti locali – ha spiegato l’assessore regionale degli Enti locali, Nicola Rassu – l’attuale legge di stabilità nazionale, che è stata approvata nel dicembre 2012, ha bloccato l’eliminazione delle Province che era previsto sulla legge Salva Italia, impugnata anche dalla Regione Sardegna. Se non ci fosse questa norma il 28 febbraio le competenze e le funzioni sarebbero bloccate, con conseguenze di natura giuridica economia a sociale. Oggi sfido chiunque a dimostrare che ci sia una Unione dei comuni a cui si possono trasferire queste funzioni”.
