Il ricorso contro il commissariamento delle Province – e quindi contro la Regione Sardegna – presentato nel 2014 da Fulvio Tocco, ex presidente dalla Provincia del Medio Campidano e dall’Unione delle Province Sarde, arriva sul tavolo della Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla legittimità del provvedimento che ha abbreviato il mandato elettivo dei consiglieri e degli altri organi eletti dai territori. Il Consiglio di Stato, con la sentenza non definitiva depositata oggi in cancelleria a Roma, ha rivisto in appello la decisione del Tar Sardegna, rimettendo tutti gli atti alla Consulta. Secondo i giudici amministrativi della Quinta sezione del Consiglio di Stato “non può essere una legge provvedimento, disancorata da presupposti prestabiliti in via legislativa, a disporre della durata degli organi eletti. Proprio questa, invece, è la portata della disposizione contestata in questa sede. Essa, nel prevedere che si proceda all’elezione degli organi delle nuove Province, stabilisce altresì che decadano di diritto quelli delle Province preesistenti, nel logico presupposto che non possa darsi una doppia contemporanea rappresentanza, nell’ambito di organi elettivi preesistenti e di organi di nuova elezione, delle popolazioni dei territori oggetto della variazione territoriale”. Per i giudici amministrativi “tale previsione di abbreviazione del mandato degli organi delle Province preesistenti non trova supporto in alcuna disciplina a carattere generale che la preveda e ne precisi i presupposti. Infatti la Regione Sardegna, che pure dal 1993 è titolare della competenza primaria sancita dall’art. 3, lettera b, dello Statuto, non ha mai proceduto a darsi una legislazione organica sull’ordinamento degli enti locali”.
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