Si è fatta drammatica la situazione dell’assistenza di primo soccorso nel Cagliaritano. La fila di ambulanze e l’attesa infinita per i pazienti sembrano un crescendo rispetto alla prima denuncia autunnale fatta dai Progressisti di Francesco Agus e Massimo Zedda, lo scorso 3 novembre.
Da allora la situazione è financo peggiorata. Anche perché i Pronto soccorso aperti sono solo due: Brotzu e Policlinico che stanno reggendo un carico di lavoro spalmato su quattro strutture prima della pandemia, perché erano attivi sia il Santissima Trinità che il Marino.
“A quasi due anni dall’inizio dell’emergenza Covid – ha scritto Agus in un messaggio diffuso via WhatsApp – il risultato è che questa Giunta non è riuscita a gestire né l’assistenza ai positivi né quella extra virus. L’assessore Mario Nieddu su costerna, si indigna, si impegna e poi getta la spugna. Sulla dignità, soprassediamo”.
Malgrado le prossime, il Pronto soccorso del Marino non può ripartire e quello del Santissima Trinità è interessato da lavori di ristrutturazione che non termineranno prima della fine dell’anno, se tutto va bene.
L’altro ieri c’è stato un incontro dei direttori delle aziende sanitarie. Pare che i toni si siano sollevati, la situazione sta sfuggendo di mano. Agus dice: “La prima cosa è verificare i carichi di lavoro dei ventitré medici che prima lavoravano nei due Pronto soccorso chiusi, precisamente otto al Marino e quindici al Santissima trinità. Va attivata la mobilità tra presidi per alleggerire i tunri assurdi che sono costretti a fare al Brotzu e al Policlinico”. Questione di organizzazione e razionalizzazione, una grande sconosciuta nella gestione Nieddu e centrodestra.
Agus non nasconde un dubbio: “Sarebbe assurdo se in una fase così critica i medici specialisti di Pronto soccorso del Marino e del Santissima Trinità fossero impegnati a fare tamponi e vaccini, assicurare assistenza Covid a bassa complessità o presidiare reparti con pochissimi pazienti ricoverati”.