“Un atto politico e culturale pavido, miope ed oscurantista allo stesso tempo, che umilia la società sarda nella sua interezza”, “Una delle pagine più vergognose dell’Autonomia sarda”. Questo il giudizio di ProgReS (Progetu Republica) sulla bocciatura, col voto segreto, da parte del consiglio regionale della doppia preferenza di genere. Una misura, sottolinea ProgReS – che ricorda come ha funzionato efficacemente nelle ultime amministrative – “tanto discussa quanto efficace, promotrice di una democrazia paritaria e partecipata”.
ProgReS denuncia l’esistenza di “un partito trasversale palesemente ostile al cambiamento” e invita “tutti i consiglieri regionali a venire allo scoperto – uno per uno – a gettare la maschera e a dichiarare apertamente il proprio voto. Saranno gli elettori e le elettrici, come nel gioco di una democrazia trasparente, a trarre le loro conclusioni”.
“C’è un sottile filo storico – sostiene ancora ProgResR – che lega quanto accaduto ieri al nostro passato. Un cinismo figlio dell’ignoranza della nostra Storia, dei suoi dolori come del suo splendore, quando la Sardegna – indipendente e sovrana – seppe raggiungere le più alte vette del Diritto, del progressismo, della giustizia sociale. Non a caso, sotto la guida di una donna: Eleonora d’Arborea. A tutto ciò, gli esponenti di Pd, Pdl, Riformatori, Udc, Psdaz hanno volontariamente voltato la faccia, dimostrando definitivamente la loro incapacità e inadeguatezza a rappresentare il bene del popolo sardo”.