Progetto Sardegna va avanti. Dopo la sconfitta alle Regionali del 25 febbraio il partito ‘resuscitato’ da Renato Soru a sostegno della sua Coalizione sarda prosegue il suo percorso e si prepara ad affrontare le prossime sfide. L’ex governatore ha riunito i suoi a Milis, nella sala conferenze di Villa Pernis, per avviare il processo organizzativo e partecipativo di Progetto Sardegna. Con un punto all’ordine del giorno: “La necessità di modificare la legge elettorale sarda che alle recenti elezioni ha negato il diritto di rappresentanza a quasi il nove per cento degli elettori. È del tutto evidente – spiegano – che per la legge elettorale sarda non tutti i cittadini sono uguali e hanno parità di diritti. Lo sbarramento posto al 10 per cento è usato in maniera strumentale e discriminatoria”. Ed è per questo che si è deciso di esplorare la possibilità di presentare un ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea, anche per essere da stimo al Consiglio regionale per affrontare il tema della modifica della legge.
Più nell’immediato, Progetto Sardegna ha deciso di costituire otto comitati promotori per promuovere l’attività politica e l’adesione dei cittadini. E poi di creare undici gruppi tematici che approfondiranno i temi che hanno caratterizzato la campagna elettorale di Soru e della sua coalizione: “Seconda Autonomia e riforma della Regione, governo del territorio, transizione energetica, transizione digitale, scuola, mobilità, sanità, inclusione sociale, lavoro e impresa, cultura, pace e servitù militari”. Nei prossimi mesi poi verrà elaborato il Manifesto politico del movimento “che confermerà la volontà di costruire la casa politica di quanti/e non si riconoscono nella forzatura del bipolarismo nazionale. Progetto Sardegna si propone di costruire nel tempo, una visione e un progetto per una Sardegna possibile, capace di realizzare un nuovo rapporto con lo Stato nazionale e con l’Europa dei popoli e delle regioni. Una Sardegna più autonoma con maggiori responsabilità di autodeterminazione e capace di esprimere una migliore qualità di autogoverno. Una Sardegna caratterizzata da una forte volontà di trovare al proprio interno le idee la forza e la volontà di superare il ritardo di sviluppo e trovare una propria via per la realizzazione di una società istruita, moderna, sostenibile, equa e giusta”.
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