Primo giorno in Parlamento per i 17 sardi eletti. Ipotesi intergruppo per portare avanti le istanze dell’Isola

Emozioni, foto di rito e selfie. Primo giorno alla Camera e al Senato per i diciassette rappresentanti sardi eletti alle politiche del 25 settembre. Sono undici a Montecitorio e sei a palazzo Madama, nove in maggioranza e otto all’opposizione, di cui cinque donne e cinque veterani. Erano venticinque la scorsa legislatura.

La volontà comune è quella di costituire un intergruppo per portare nei palazzi romani le istanze dell’Isola. Poi, difesa degli interessi dell’Isola e garanzia di controllo sul principio di insularità sono le dichiarazioni d’intenti a caldo di tutti, matricole e veterani, alle prese con la costituzione dei gruppi e con le prime incombenze romane. “È una grande emozione, ma ora bisogna trasformarla in lavoro e determinazione perché i sardi e gli italiani aspettano – ha detto Dario Giagoni, neo deputato e coordinatore regionale della Lega -. Di fronte a questa crisi legata alla guerra, che ha comportato l’aumento delle bollette e le difficoltà economiche, serve impegno, lavoro e studio. Con gli altri parlamentari, di maggioranza e opposizione, la linea comune ci sarà sempre, soprattutto perché dobbiamo vigilare e dare gambe al principio di insularità, ora diventato costituzionale”. Le partite aperte sono molte, così come hanno ricordato anche Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis di Forza Italia, entrambi rientrati a Roma, che hanno fatto un selfie tra i banchi di Montecitorio. “L’obiettivo è che ci sia più Sardegna nell’agenda dei lavori del nuovo parlamento – ha esordito Cappellacci -. I sardi hanno bisogno di pari opportunità, in particolare per il lavoro e le imprese, rispetto alle altre regioni”. Per Pittalis un’attenzione particolare dovrà avere “il gap infrastrutturale che caratterizza da decenni la Sardegna”.

Anche per Francesca Ghirra, neo deputata per l’Alleanza verdi-sinistra, oggi è il primo giorno di scuola: “Confido di poter portare avanti politiche condivise anche con gli altri colleghi sardi, dobbiamo lavorare per colmare il divario con il resto d’Italia – è stato il suo primo commento -, in particolare su servizi pubblici, trasporti, transizione ecologica. Ora puntiamo a costituire il nostro gruppo anche se siamo 12 e non raggiungiamo il minimo di 20, ma chiederemo una deroga”. Un augurio quello di Emiliano Fenu, veterano del M5s prima al Senato e ora a Montecitorio, a tutti i colleghi “di non perdere la percezione della realtà che viviamo, delle difficoltà di famiglie e imprese; noi porteremo avanti un’opposizione corretta ma senza sconti”. Impegni immediati da affrontare anche per Marco Meloni (Pd), che torna in parlamento e si impegna perché “il principio di insularità diventi la nuova via per lo sviluppo della Sardegna”.

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