Anna Crisponi ha 50 anni, due figlie, una laurea in Scienze dell’informazione e Informatica e un lavoro da programmatrice. A Sestu, in Giunta, è arrivata con una nomina tecnica decisa dal sindaco uscente, Aldo Pili. Sua la delega alle Politiche sociali, all’indomani delle amministrative 2010. Nel Pd la Crisponi è minoranza, da civatiana di ferro qual è, eletta in quota Sardegna pure nell’assemblea nazionale.
Crisponi, la sua avversaria Mura non è che dica un gran bene su questi cinque anni di legislatura.
C’è una differenza sostanziale tra me e la Mura.
Quale?
Io sono leale, lei è fedele. Io ho scelto di aderire a un progetto di governo e ho lavorato per condividere le scelte, o per modificarle con la discussione quando mancavano i punti di contatto. È troppo facile la critica fine a se stessa, secondo una modalità grillina che non mi appartiene. Una classe dirigente ha il dovere di trovare le soluzioni, non basta limitarsi a evidenziare i problemi.
La Mura a chi sarebbe fedele, alla Barracciu?
È il suo posizionamento nel Pd.
A lei chi la sostiene in queste primarie?
Intanto i civatiani. Ma la mia candidatura è stata decisa dall’intera maggioranza uscente.
La sua avversaria la chiama “l’erede al trono”.
Da Pili ho certamente imparato cosa significa amministrare. Ma è ridicolo non riconoscere quanta indipendenza abbia nel partito l’area alla quale appartengo. Il che vuole dire quanto le mie stesse posizioni siano autonome. La Mura, di certo, non può dirsi leale. Con motivazioni pretestuose ha passato gli ultimi tre anni ad attaccare la politica della sua stessa maggioranza.
L’aumento della Tarsu e dell’addizionale Irpef, in ogni caso, potrebbero essere due buone ragioni per salire sull’Aventino.
Se le due ragioni fossero vere.
Perché, non lo sono?
Una legge nazionale ha imposto a tutti i Comuni di far coprire ai cittadini l’intero costo dell’imposta sui rifiuti. Un ente locale non può più concorrere con proprie risorse. E questo abbiamo fatto, prevedendo tuttavia fasce di esenzione totale e di riduzione. Come, per esempio, agli anziani e alle famiglie mononucleari.
Sull’addizionale Irpef com’è andata?
La Mura ha omesso di dire che è ugualmente prevista un’esenzione totale per i redditi sotto i 10mila euro. Non solo: in tutte le altre categorie sono state fissate le aliquote minime, proprio per ridurre il più possibile l’impatto della pressione fiscale sui cittadini. Il problema degli enti locali sono i tagli mostruosi subìti sui trasferimenti nazionali e regionali per via della spending review. Lascia perplessi che strumentalmente si leggano i fatti. Qualsiasi amministratore, e specie chi si candida a fare il sindaco, ha la responsabilità morale di dire la verità.
Non è finita: la Mura vi accusa di aver autorizzato troppe lottizzazioni private lasciando pochi spazi per le aree verdi e i servizi.
Bisognerebbe ricordare che la consigliera Mura, negli ultimi tre anni, ha votato una sola delibera di Urbanistica, quella che ha permesso una modifica sulla destinazione d’uso ad un terreno della Corte del Sole. Tra i soci c’è Antonio Sardu che, alle primarie regionali del Pd, lo scorso ottobre, era candidato con la Mura nella lista dell’aspirante segretario Ignazio Angioni. Ecco: questa è tutta la tenace ostilità dimostrata dalla Mura contro le politiche della Giunta. Quando si fanno accuse, credo sia necessario circostanziare i fatti e dimostrarli, non sparare sul mucchio.
Pili ha governato bene?
Le opere pubbliche sono sotto gli occhi di tutti. Così come l’attenzione al sociale.
Non c’è più niente da fare a Sestu?
Non ho detto questo. Bisogna ancora lavorare sulla vivibilità del paese con altri spazi verdi da dedicare alle famiglie e migliorando i marciapiedi. Sestu è la seconda città sarda per numero di bambini: sono 2.500 quelli sotto i 12 anni, ciò che fa occupare al nostro Comune il secondo posto della classifica regionale e il settimo posto in quella nazionale. Vuol dire investire ancora in asili nido e spazi ricreativi. Nel nostro programma c’è pure il completamento della riqualificazione nei quartieri periferici: su tutto mi riferisco a Dedalo e Ateneo, interessati a fallimenti delle cooperative costruttrici. Un epilogo che ha lasciato a metà le infrastrutture primarie. Bisogna intervenire anche a Cortexandra.
In questa campagna elettorale si sta parlando di commercio?
Noi lo stiamo facendo. Sestu ha conosciuto un’enorme espansione sul fronte della grande distribuzione, che è un pezzo importante dell’economia. Ma parallelamente va sostenuto il piccolo commercio. Ci attende pure la sfida della città metropolitana: saremo sedici Comuni e tutti insieme dovremo disegnare l’area vasta del futuro. Significa nuova viabilità e maggiori servizi. Sestu ha il vantaggio di essere baricentrica rispetto ai poli dello sviluppo. Cioè, policlinico, cittadella universitaria, mercato ortofrutticolo, aeroporto e polo dell’artigianato. Con autorevolezza siamo chiamati a rivendicare il ruolo che Sestu vorrà esercitare. Nella nostra memoria collettiva, saremo sempre il paese con gli alberi di limone nei giardini. Ma nel frattempo siamo anche diventati il territorio di residenza di tanti cagliaritani. A Sestu un terzo della popolazione ha origini diverse.
Come nel suo caso.
Vivo a Sestu da vent’anni, mi considero parte di questa comunità. Anche se il non essere nata qui sarebbe una macchia sul mio curriculum.
Chi lo dice?
La mia avversaria alle primarie.
Perché alla Mura non è stato dato un assessorato?
Le venne anche proposto. Ma non accettò. Nel 2012, col voto contrario sul bilancio, provò a mandare a casa l’amministrazione, salvata dall’astensione di un consigliere di una lista civica, Eliseo Zanda, assessore nella prima giunta Pili e attuale presidente del Consiglio.
Le lettere minatorie sono finite?
Speriamo. Sono sicura che il voto di domenica sarà una competizione tranquilla, non una battaglia personale.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)
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