Ancora malumori e strascichi dopo le primarie isolane del Pd, visto che non è stato ancora decretato il segretario regionale per via della lite scoppiata tra i due candidati Dem. Al momento, infatti, Giuseppe Meloni risulta essere il più votato in Sardegna con quasi 17.800 voti contro i circa 15.000 di Piero Comandini, al netto del seggio di Quartu, il cui spoglio è stato bloccato proprio su richiesta del vicepresidente del Consiglio regionale per la presunta presenza “inquinante” di elettori del centrodestra. Comandini, però, potrebbe avere più delegati: sembra poter contare su circa quattro rappresentanti in più sui 13 totali che faranno parte dell’Assemblea nazionale.
Se Giuseppe Meloni dopo le dichiarazioni di stamattina preferisce rimanere in silenzio, il suo comitato fa trapelare tutto il fastidio per il rinvio della commissione, di fatto posticipando la procedura a quasi 48 ore dal voto. “Portare via un’urna elettorale dal seggio è giuridicamente, oltre che politicamente, inaccettabile, ed è incredibile – scrive in una nota il comitato, a firma del portavoce Alessandro Cossu – che la commissione regionale per il congresso (come farebbe per analogia la prefettura) non abbia proceduto nella serata di ieri allo spoglio e ora lo rinvii addirittura a martedì pomeriggio”
Si legge nella nota del comitato: “Abbiamo scritto alla commissione nazionale per il congresso perché si proceda senza ulteriori ritardi allo spoglio. Questo va fatto senza remore, dopodiché si possono fare tutte le verifiche e controlli del caso. Non sappiamo quale sia il motivo dello stop di Quartu ma se si trattasse, come trapela, di segnalazioni generiche di possibili influenze esterne si rischia solo di mettere in discussione, con argomenti risibili, il senso delle primarie aperte il cui spirito è proprio quello di consentire ai non iscritti, anche futuri elettori, di scegliere i vertici del Pd. In tutta la Sardegna e in tutta Italia, sono innumerevoli le segnalazioni di persone non del Pd che hanno partecipato alle primarie, come sono altrettante quelle che sono state respinte al seggio perché esponenti noti di altre forze politiche”.
Ancora il comitato pro-Meloni: “D’altronde, se non ci fossero le primarie aperte oggi il segretario del Pd sarebbe Stefano Bonaccini e non Elly Schlein, che ha vinto richiamando al voto nelle primarie molti che non hanno certamente votato il PD alle elezioni più recenti. La nostra convinzione è che non si buttano a mare le primarie quando non vanno come piace e non si mettono in discussione per ottenere una vittoria in una competizione regionale. Al contrario vanno protette e preservate come valore fondante del Pd. Il nostro candidato chiede solo il rispetto delle regole, consapevole di aver già vinto sul piano politico perché il popolo delle primarie (oltre 35.000 votanti) lo ha scelto nettamente”.